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Le pagelle: ANTONIO BERARDI SPRING SUMMER 2011

Creato il 20 settembre 2010 da Modainsegniblog
Le pagelle: ANTONIO BERARDI SPRING SUMMER 2011
Che fine ha fatto Antonio Berardi? Designer ramingo di nazionalità italiana approda presso la fashionweek londinese dopo l'esperienza newyorkese e parigina... esce di casa con una maglia con scollo a V, jeans sdruciti con inserti di pelle color cammello, scarpe da ginnastica Nike Shock e veletta di retina nera con strass tirata giù sul viso. L'ultimo ad averlo incontrato è un metalmeccanico del luogo che giura di averlo visto allontanarsi in sella ad un Califfo mentre ripeteva forsennatamente tali parole " Quanno mámmeta t'ha fatta... Vuó' sapé comme facette ".
Una collezione confusa che certifica quasi uno smarrimento... quello dell'identità di questo marchio che ci aveva abituato a dei risvolti intellettuali e ad un minimalismo soave alternato a fresche de-costruzioni altamente caratterizzanti. C'è chi l'ha visto su un ponte a dissertare circa l'esigenza di una forma squassata, fluida, decostruita in una linea magmatica senza spezzature (come nel trench sinuoso o nelle camicie con bavero inferiore crestato)... chi l'ha visto pregare in un tempio indiano una dea vestita con una giacca smezzata e un long dress di chiffon ricamato effetto caboche... chi l'ha visto difendere in lacrime la tesi che la macarena sia più importante del meneito.
Nero, bianco, grigio, rosa, verde... tonalita fresche ma cipriate... qualche lucentezza argentea in più per la sera (con tessuti cangianti catarifrangenti by Protezione Civile).
Troppo glamour che sfiora l'effetto Victoria Bechkam collezioni impastato con troppe idee che rendono la collezione molto poco omogenea... un deja vu. Un 5.

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