
Altro giro altra corsa... apre le danze Christian Dior con un armadio di tinte brulle, legnose, e tessuti luxury, glassati da doppiature effetto zucchero filato su arricciature simil mantovana. E' un circo che chiude le porte, quello che rimane dopo lo spettacolo e dopo il gioco quando le bambole vengono riposte nelle loro custodie impolverate fino allo spettacolo successivo. Le strizzature non vengono abbandonate, il vitino da vespa rimane ma questa volta accompagna una predisposizione maggiore per l'over... come se i capi monumentali(vedi tailleur verde nel collage... forse il pezzo più interessante della collezione) fossero poggiati su manici di scopa e i loro spazi vuoti, disabitati dal corpo, raccontassero una mancanza che fondamentalmente diventa un valore aggiunto. Ragazze che giocano a fare le signore con gli abiti delle madri dimenticati nelle stanze di un palazzo nobiliare... e in attesa del principe azzurro e del matrimonio perfetto, verso la fine, si vestono da torta nuziale millefoglie ripiena di chantilly con la speranza che qualcuno possa già cominciare a fagocitarsele. In perfetto stile Dior, un'eleganza smargiassa che si confonde col tendaggio arreda-camera senza lasciare alcun segno... se non un 4.





