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Le pagelle del calciomercato - prima parte: dall'atalanta alla lazio
Creato il 02 settembre 2014 da CarlocaATALANTA - Cambiamenti non di poco conto, dopo alcune stagioni all'insegna di una sostanziale stabilità e della conferma di un nucleo storico affidabile e vincente, arricchito di volta in volta da pochi e azzeccati innesti. La "Dea" ha infatti perso in extremis due colonne come Consigli e Bonaventura, e non se ne può non tener conto nel valutare un mercato in chiaroscuro: si tratta di elementi che, con una parata o un'invenzione, hanno portato in dote un notevole surplus di punti, negli anni scorsi. Partenze certo più pesanti di quella di Yepes, il quale, carta d'identità alla mano, dovrebbe aver regalato gli ultimi sprazzi ad alto livello al Mondiale brasiliano. Percassi ha però "rimpatriato" il folletto Papu Gomez, l'ideale per attivare sotto porta Denis e un Boakye che insegue il decollo. L'intramontabile Biava e Dramé significano esperienza e sostanza in retroguardia, Cigarini continuerà a tessere sapientemente la sua tela nel mezzo, mentre dovrebbero trovare spazio ragazzi di casa nostra come Zappacosta e D'Alessandro, quest'ultimo protagonista della promozione del Cesena. Soprattutto, è attesa la valorizzazione di Baselli, una delle speranze del derelitto calcio azzurro, intelligenza tattica e piedi buoni per la zona nevralgica. CAGLIARI - Un sentito grazie a Zeman, "mosca bianca" perché ha deciso di puntare forte su un gruppo di chiara marca italiana e prevalentemente giovane, in un torneo malato grave di "esterofollia". Colombi o Cragno in porta, Capuano e Murru in difesa, Crisetig a reggere le fila della manovra nel mezzo, Longo in avanti accanto alla bandiera Sau. E poi ci sono sempre i pilastri Rossettini, Daniele Conti e Ibarbo. Non sarà facile, anche per l'integralismo tattico del boemo che non conosce mezze misure e coltiva da sempre una sola idea di gioco, ma chi ama davvero il football tricolore, quello vero, non può che augurare ai sardi di poter festeggiare, a maggio, la permanenza nella massima categoria. CESENA - Fra arrivi e partenze, il quadro tecnico non sembra cambiato di molto rispetto a giugno. Il livello, cioè, è più o meno lo stesso della marcia cadetta impreziosita dalla promozione all'ultimo tuffo, ma la Serie A è tutta un'altra cosa, anche se l'avvio è stato incoraggiante. Le certezze si chiamano Cascione, eclettico centrocampista settepolmoni di incommensurabile importanza tattica, e Marilungo, che vuole dimostrare di essere un bomber valido anche per la Serie A, dove ha sempre deluso dopo i promettenti esordi in maglia Samp. Leali è un'esponente della rifiorita scuola di portieri italiani, Lucchini rinsalderà la terza linea, Camporese e D'Alessandro potrebbero essere acutamente rimpianti. Sarà sofferenza fino all'ultimo. CHIEVO - Come l'Atalanta, cambio di strategia: mercato movimentato dopo l'immobilismo pressoché assoluto di dodici mesi fa. Anche qui, discreta fiducia ai giovani made in Italy: ci sono i vicecampioni d'Europa Under 21 Bardi (che però deve far dimenticare certe amnesie della passata stagione) e Biraghi, c'è un Bellomo dai piedi raffinati e capace di alzate d'ingegno di gran pregio ed efficacia in fase conclusiva. Altri acquisti di notevole peso: Gamberini è un difensore di qualità che ha praticamente perso un anno (a Genova) per acciacchi fisici: se recuperato appieno, è un puntello importante, così come il tuttofare Izco e come uno Schelotto che deve ancora trovare la sua autentica dimensione e adeguata continuità (nelle giornate buone, è da grande squadra), Birsa da comprimario ha fornito discreti sprazzi nel Milan. In avanti Maxi Lopez è un salto nel buio (alla Samp solo l'acuto nel derby, poi il vuoto), senza Thereau il peso della ricerca del gol rischia di finire solo sulle spalle di Paloschi, comunque ormai sufficientemente solide. Se Corini trova l'alchimia giusta, la salvezza potrebbe essere meno problematica del previsto. EMPOLI - Sarà tremendamente dura restare a galla, diciamolo subito, eppure, spulciando nella rosa, qualche valore autentico si trova: la difesa, ad esempio, schiera Rugani e Bianchetti, fra i pochi difensori italiani "in erba" di reale prospettiva (del secondo ricordiamo uno splendido Europeo in Israele, l'anno scorso). Nel mezzo la scommessa è Guarente, centrocampista solido e qualitativo smarritosi fra gravi problemi fisici e troppi cambi di casacca, mente Laxalt, emerso gagliardamente dalla tormentata stagione bolognese, sa già cosa voglia dire lottare al calor bianco dei bassifondi. E in prima linea ci sono pur sempre Tavano e Maccarone, che però nel tempo si sono consacrati come bomber più da B che da A. Insomma, si ballerà di brutto, ma se gli azzardi della dirigenza andranno a segno, hai visto mai...FIORENTINA - Gli ultimi movimenti in entrata, Kurtic e Richards, sono di secondo piano, non certo ciò che ci si aspetta da una grande che aspira a un ulteriore salto di qualità. I veri acquisti sono le conferme di pezzi da novanta come Cuadrado (soprattutto) e Borja Valero, mentre il tocco in più dovrebbe essere il ritorno a pieno regime di Mario Gomez e Giuseppe Rossi, la coppia d'oro del calciomercato 2013 di fatto mai vista vista in campo, se non a sprazzi. E per Pepito le premesse sono tutt'altro che incoraggianti: bisogna forse rassegnarsi ad averlo a disposizione solo part time? Anche i viola si sono consegnati alla più deteriore esterofilia: fra troppi nomi improponibili e di dubbia utilità (e valore) segnaliamo un Marin che vuole riportare indietro le lancette e tornare elemento di spessore internazionale, il Basanta terzino di grande applicazione visto nell'Argentina del Mondiale, e poi il talento cristallino di Bernardeschi, che dovrà sgomitare parecchio per ritagliarsi un posto al sole. In estrema sintesi, nessuna crescita effettiva, il valore del roster è grosso modo lo stesso, l'assalto alla dirigenza Champions rimane un sogno legittimo ma presenterà le medesime difficoltà del torneo chiusosi a maggio.
Lestienne: baby belga del Genoa
GENOA - Per la prima volta dopo anni, il Grifone si presenta ai nastri di partenza con un gruppo storico rimasto impermeabile alle lusinghe del mercato: Perin, Burdisso, De Maio, Marchese, Antonelli, Bertolacci, Sturaro (di fatto già juventino), il recuperato Kucka e un Antonini purtroppo fermo ai box garantiscono la continuità di spirito e di spogliatoio rispetto a un'ultima stagione discreta, a parte il crollo negli ultimi due mesi. Gravi le rinunce a Matuzalem, anima del centrocampo, e all'insostituibile bomber Gilardino, ma la campagna acquisti ha portato nomi di assoluto interesse, fra elementi con una buona esperienza in Serie A, stranieri temprati da battaglie in tornei esteri di primo piano e giovani, locali e di fuorivia, dai piedi educatissimi: la difesa sarà rinsaldata dal fiorentino Roncaglia, Rosi è un laterale basso dal rendimento costante, Rincon un centrocampista di granito con una lunga militanza in Bundesliga, Perotti ha classe e guizzi mentre si dice un gran bene del belga Lestienne, esterno in grado di rifinire e di segnare. Merita fiducia Ragusa, giovane di buona tecnica e molto incisivo dalla trequarti in su, mentre l'eredità di Gila è sulle spalle di Matri e Pinilla, non male, dopo tutto. La salvezza non dovrebbe essere in dubbio, nonostante il terribile calendario di partenza possa creare qualche scompenso psicologico, in caso di ripetuti rovesci (il primo, immeritato, è già arrivato). INTER - Pare una compagine più solida, equilibrata e logica, se confrontata al cantiere aperto della stagione 2013/14. Ci sono discrete certezze in tutti i reparti: in retroguardia Handanovic sarà protetto da un Ranocchia più sicuro e continuo e da un Vidic il cui approdo in Italia mette un po' di tristezza, se si pensa che era oggetto del desiderio dei nostri club almeno dal 2005, ma che è comunque difensore inappuntabile. C'è il versatile Medel pronto a dare il massimo in copertura, senza dimenticare le discese dell'esuberante D'Ambrosio, mentre nel mezzo Hernanes può fornire un contributo eccellente nelle due fasi e Kovacic è atteso alla definitiva esplosione. In attacco è forse mancata la ciliegina sulla torta (poteva esserlo Borini): Icardi e Palacio garantiscono una discreta messe di gol, mentre Osvaldo è tuttora da ricostruire, mentre è stato frettolosamente premiato con una convocazione in Nazionale senza alcuna motivazione logica. JUVENTUS - Il terremoto Conte è stato destabilizzante solo in parte, perché la sensazione netta è che fosse nell'aria da tempo. Allegri si ritrova a guidare una Signora senza grossi miglioramenti rispetto all'ultimo torneo: il declinante Evra, Pereyra, Romulo e Morata spostano poco a livello interno, nulla una volta varcati patrii confini, mentre lo zoccolo duro italiano comincia a essere minato dall'età e dagli acciacchi in Buffon, Barzagli e Pirlo. Ci si affida alle sicurezze Bonucci, Chiellini, Marchisio, Vidal e Pogba, nonché ai puntuali gol di Tevez e Llorente, ma per il definitivo salto di qualità verso la gloria europea ci vuol altro. LAZIO - Protagonista del mercato. E' riuscita a portare in Italia uno dei migliori difensori di Brasile 2014, l'olandese De Vrij, eppure l'impresa, clamorosa di questi tempi, non ha avuto il risalto adeguato. Centrocampo poderosamente rinforzato con l'inesauribile Basta e con il nazionale Parolo, costruttore e finalizzatore, formidabile uomo ovunque. E ci sono ancora le garanzie offerte da Lulic, Ledesma, Biglia (ringalluzzito da un Mondiale di buona grana), un Klose che setaccerà le ultime pepite dalla sua dorata carriera, e il guastatore Candreva, animato da una poderosa voglia di riscatto dopo l'amara esperienza sudamericana. L'esordio non è stato felice, ma il team di Pioli può andar lontano, sperando che il pubblico seppellisca l'ascia di guerra. (1 - CONTINUA).
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