Sepang, 25 marzo 2013 – La gara andata in scena ieri sul circuito malese verrà ricordata molto probabilmente a lungo: il disastro Ferrari con Alonso che esce di scena al secondo giro, il rovente duello tra Mark Webber e Sebastian Vettel, conclusosi tra mille polemiche e l’ordine di scuderia impartito da Ross Brawn ai piloti Mercedes sul finire della corsa. Questo e molto altro nel Gran Premio della Malesia 2013…
Una vittoria amara quella di Sebastian Vettel a Sepang, la ventisettesima della carriera nella massima serie. Un successo arrivato dopo un duello d’altri tempi con l’australiano della Red Bull, una “scazzottata” che, per certi versi, ha ricordato il pericoloso duello che ci fu tra Rubens Barrichello e Michael Schumacher a Budapest nel 2010. “Seb” è andato contro gli ordini di scuderia muovendo l’attacco nei confronti del proprio compagno di squadra, disponendo di gomme maggiormente performanti. L’esito del duello, fortunatamente per la Red Bull, non ha visto conseguenze (nonostante Vettel abbia praticamente sfiorato il muretto), ma ha lasciato pesanti polemiche già nelle prime fasi successive alla gara. A completare uno dei podi più tristi ed introversi della storia della massima serie ci ha pensato la Mercedes, impedendo ad Hamilton e Rosberg di duellare sino alla fine. I due, dopo diversi cambi di posizione, si sono dovuti arrendere ai voleri del muretto. Scelta comprensibile sotto certi punti di vista, per carità, ma il primo ad essere stato poco felice di questo esito è proprio il terzo classificato Lewis Hamilton, apparso un po’ dispiaciuto sul podio.
Analizziamo brevemente il week-end di:
Sebastian Vettel: 9 - Il fenomeno della Red Bull spazza via tutti in Q3 sabato bissando la pole ottenuta a Melbourne. In gara scatta bene al via, combatte duramente con il compagno di squadra in gara e, contravvenenedo agli ordini di scuderia, porta a casa la prima vittoria dell’anno. Sarebbe stato un 10, se non fosse per la troppa aggressività ostentata nei confronti di Webber dopo che la Red Bull aveva messo le cose in chiaro, rischiando di mettere KO entrambi con un sorpasso a fil di muretto molto pericoloso. Considerando oltretutto che, in questi ultimi anni, in più di un’occasione, Webber ha rinunciato ad un piazzamento migliore rispetto a quello del compagno per non compromettere il risultato finale del team.
Irriconoscente e famelico.
Mark Webber: 9 - L’australiano parte benissimo, guadagnando tre posizioni e rimediando alla brutta qualifica frutto di una scelta sbagliata legata alla scelta degli pneumatici. Combatte in gara con l’ingombrante compagno di squadra Vettel, riuscendo a balzargli davanti dopo il pit stop. Il team predica calma dal muretto, ma l’ingordo (Alex Zanardi cit.) “Seb” non ci sta e lo sorpassa prendendosi molti rischi. Sul podio e nel dopo gara Webber è furioso con il giovane tedesco, che non sa da che parte farsi, salvo poi scusarsi ai microfoni dei giornalisti.
“Truffato” e incavolato.
Lewis Hamilton: 8 - L’anglocaraibico della Mercedes scatta dalla quarta posizione e rimane in zona Red Bull per gran parte della gara, dimostrando molta velocità. Nel corso del primo pit stop, Hamilton commette una gaffe clamorosa quando sbaglia box fermandosi a quello della McLaren. Una papera che fa il giro del mondo in pochi secondi e abbozza diversi sorrisi nel paddock. Nel finale il Campione del Mondo 2008 duella a suon di sorpassi e controsorpassi (tutti viziati dal Kers e dal DRS) con il compagno Rosberg, fino a quando Ross Brawn interviene dall’alto e ordina di preservare le posizioni. Lewis e Nico arrivano insieme al traguardo, sul podio Hamilton dirà: “è un risultato fantastico, poteva esserci anche Nico al posto mio…” per poi aggiungere: “…ma si sa, queste sono le corse…”. Già. Questa è la Formula 1, dove business e politica spesso guastano tutto. Lewis invece è un combattente, un pilota come se ne sono visti pochi negli ultimi vent’anni e accetta mal volentieri di guadagnare posizioni in quel modo.
Nico Rosberg: 8 - Molto bella la gara del tedesco, in particolare il duello iniziale con Jenson Button, dove Nico ha dato ancora una volta prova di essere un buon combattente. Rimane dietro a Lewis Hamilton per tutta la gara quando, nel finale, dimostra chiaramente di poter insidiare la sua posizione potendo puntare al gradino più basso del podio. Ross Brawn ferma le bocce. Nico saluta Hamilton senza rancore, business is business. (purtroppo o per fortuna).
Fernando Alonso: 4 - Ma che combina ‘Nando? Sfortunattissimo al via dove rimedia la rottura dell’alettone anteriore per un contatto nemmeno troppo pesante con il leader Sebastian Vettel, pensa bene di rimanere in pista con l’ala inclinata e finisce miseramente fuori pista all’inizio del secondo giro, con i meccanici della Rossa ad aspettarlo ai box. La Ferrari ha fatto il mea culpa, Alonso si è giustificato con mille parole. Comunque sia e/o la si voglia vedere, una frittata abbastanza colossale, soprattutto considerando l’esperienza di un uomo e di un pilota come Alonso.
Felipe Massa: 7,5 - Scattato dalla seconda posizione, Felipinho lotta tutta la gara dimostrando di essere tornato tra i top driver di questo mondo. In gara la sua F138 sembra soffrire un po’ e solo nel finale riesce a recuperare posizioni, forte di una buona strategia legata agli pneumatici, sorpassando tre avversari in pista. Il brasiliano chiude quinto alle spalle delle Mercedes, con venticinque secondi di ritardo dalla vetta. Massa al momento è davanti a Fernando nella classifica piloti, deve godersi il momento.
Kimi Raikkonen: 6 – Week-end decisamente diverso per “Ice Man” a Sepang, rispetto a quello di Melbourne. Qualificatosi settimo anche in Malesia, il finlandese riceve una penalità per aver ostacolato Rosberg in qualifica (della serie, distribuiamo penalità con il tombolone prima della gara…) e parte decimo. La gara è travagliata, il duello con Hulkenberg anche, Kimi sbraita al muretto box per le manovre, a detta sua, non molto regolari del tedesco della Sauber. Abbiamo visto Kimi in condizioni certamente migliori, ma comunque l’ex Ferrari chiude al settimo posto dietro al compagno Grosjean, aumentando i punti della Lotus nella Classifica Costruttori.
Appannato.
Romain Grosjean: 6,5 – Il franco-svizzero della Lotus, scattato dall’undicesima posizione, disputa una gara senza troppe emozioni chiudendo al sesto posto, centrando la zona punti per la seconda volta consecutiva. Un risultato tutto sommato positivo, ma si fatica a riconoscere quel Grosjean aggressivo e dall’estro imprevedibile del 2012, incidenti a parte ovviamente.
Sotto valium.
Nico Hulkenberg: 7,5 - Uno dei piloti più sottovalutati della Formula 1 contemporanea. Partito dodicesimo, il giovane tedesco disputa una gara tutta all’attacco, Nico non ha paura di nessuno, nemmeno di “Ice Man”, con il quale lotta duramente arrivando persino ad infastidirlo. Alla fine deve cedere, ma chiude ottavo, portando a casa i primi punti per la Sauber in questo 2013. Sottovalutato.
Sergio Perez: 7 – Il messicano della McLaren chiude nella zona punti con una MP4-28 abbastanza migliorata rispetto a Melbourne. Il compagno Button è costretto al ritiro a due giri dal termine, mentre “Checo” si ferma ai box pochi istanti dopo per un ultimo pit stop last minute. Una gara tutto sommato discreta per l’ex pilota della Sauber, apparso lucido, ma forse con un pelo di grinta in meno rispetto a quella che ci si aspetterebbe da lui.
Jean-Eric Vergne: 8 – Scattato al via dalla diciassettesima posizione, il giovane francese della Toro Rosso ha disputato una buona corsa evitando guai (cosa non proprio facile in un GP tribolato come quello che abbiamo visto in Malesia) e mette in saccoccia il primo punto della stagione per lui ed il suo team. Tosto.
Jules Bianchi: 8 – Sembrava che non dovesse nemmeno correre in questo 2013 e invece, dopo essere arrivato all’ultimo momento alla Marussia, il pilota francese sta dimostrando di avere parecchio talento, mettendosi costantemente alle spalle gli ultimi della classe. Sino ad ora senza dubbio il pilota migliore delle scuderie che non hanno mai visto la zona punti da quando sono arrivate nel grande circus.