Materia lieve che s'affida ad uno scheletro metallico con movimenti espressi in tagli circolari. attraversati da micronervature in rame ultraleggero: l'evoluzione dei ricami cuciti su veli di garza di seta a trama aperta crea chiffon degradé in lievi frantumi, rilucenti di discreti bagliori con micro-cappettine e beads montate a rovescio.
Capacità di dominare la luce, di indurla in forme precise, controllate ma libere quasi dal regime della forma stessa. Con Gabriele Colangelo nasce l'era della couture à porter, del pensiero nobile e dell'ispirazione corposa implementate nella creazione sartoriale come forse solo pochissimi designer al mondo hanno saputo fare. Forme evanescenti, fluide, ectoplasmi che si concedono all'occhio umano, all'umana percezione come abiti di garze finissime, gazar, organza sovratinti a freddo e lavati modificando la loro struttura intrinseca, lineare e compatta, assumendo nuove rotondità. Transustanziazione del pensiero in forme astratte anche quando la pellicceria sposa nuove forme ed accostamenti, quando assume freschezza, quando si unisce al bianco popeline di cotone della camicia maschile; quando, cipria, si propone in proporzioni minuscole di un cache-coeur dai revers mossi dal metallo.
Una grandissima collezione che vive del suo dettaglio animando nuovi chiaroscuri, descrivendo seriche ombre... un lavoro che riflette l'estrema umanità e la purezza d'animo di questo giovane designer italiano e l'enorme disponibilità di tutto il suo team. Un inchino... e una lode.