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La pittura fiamminga e la suggestione di una stampa, il colore che descrive la forma: Giambattista Valli si affida alla bellezza della natura morta per una collezione che come ogni volta esprime un sogno couture.
Forme semplici raccontate per sezioni con movimenti di paillettes, pelliccia applicata, stampa floreale e colore, che concorrono a realizzare una superficie movimentata e raccontata con codici differenti, contrasti ed equilibri sicuramente non facili. Il disegno leggero, pieno di grazia creativa, produce abiti corti, smanicati e con colletti arrotondati per il giorno mentre per la grande soirée l'abito lungo ha una silhouette a brocca strutturata con micro cappe sulle spalle, l'abito corto invece dei movimenti di creste e delle baschine sul davanti. Il colore dal giallo e dal fucsia uniposka si spegne nel grigio (anche metallizzato) o nel rigoroso B&W della parte finale illuminata da ricami in jais e di paillettes. L'effetto della stampa è lo stesso della SS 2011, la natura morta passa dall'essere elemento decorativo architettonico a composizione floreale o di frutta, un'evoluzione ispirativa che si spera tralasci le nature autoprodotte di Piero Manzoni che per quanto possano essere opere d'arte risultano sempre molto poco evocative (o almeno si inseriscono in circuiti evocativi differenti). Una collezione carine che manca però di carattere: il modello ispirativo rimane analizzato in maniera blanda solo nelle stampe mentre le forme risultano quelle di sempre; anche quando l'elemento nuovo viene proposto per la prima volta risulta comunque poco approfondito. Un 7.