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Stefano Citron e Federico Piaggi, freschi fresci di nomina, ritornano al dna più puro di maison Ferré: dopo il clima di instabilità politica che regnava ai tempi di Aquilano e Rimondi, con questo duo di torelli che sembrano usciti dal film porno gay della Lucas Kazan "Io, speriamo che me la cavano" per poi ritornarci dentro finito il defilé, la pace sembra ritornare ad abitare la fazenda. Una collezione che va vissuta, ovvero guardata, indossata, acquistata. Bianco, nero e viola, silhouette fluide ricavate da intrecci di stole che coprono e scoprono con drappeggi leggeri e tagli geometrici, grafici, mentre una cintura scompare e ricompare sul capo. Elementi metal e lucidità a specchio, come bretelle e fibbie, fanno da eco ai sandali dorati e ai bracciali geometrici, specialmente la sera quando le superfici essenziali, aperte, libere, trovano necessità di impazzire in un gioco di piume e rafia intrecciata. Bella, una deliziosa prima prova, seria ed equilibrata, forse troppo razionale: nel parterre uomini, donne ed omosessuali hanno regalato al duo un applauso esplosivo. I gay erano facilmente riconoscibili per la Caipiroska alla fragola che portavano alla bocca. Un 8.
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COMMENTI (1)
Inviato il 16 febbraio a 15:03
Ridateci gianfranco ferré! Dove sono le sue camicie scolpite?"???? É tutto moscio, come i nuovi stilisti.