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Il Giappone non era mai stato interessante. Haider Ackermann ritorna a far parlare di se con una collezione meravigliosa che unisce, grazie ad un linguaggio specifico e riconoscibile, l'abbigliamento "discinto" da camera alla dimensione militare (e sartoriale) del samurai. Grovigli di linee e lingue di pelle per i top e gli obi nastriformi colorati che come lance d'agave su di un lungomare o come fogli in un tritacarte si piegano e si attorcigliano confluendo in abbracci sinuosi dai suggestivi chiaroscuri. Meravigliosi gli hakama plissettati che si aprono membranosi sotto qualunque soffio di vento che abbinati a mini kimono profilati o completamenti caratterizzati da gelate cobalto, da tinte arancio corallo o densi verde smeraldo delineano silhouette aperte tendenzialmente fruscianti. Una direttrice sorprendente disegna l'orizzonte su cui si riversano con una naturalezza disarmante vestaglie da camera, pigiami di seta e tutta una serie di riferimenti marziali di matrice giapponese senza creare contrasti ma con una familiarità che grazie alla reinterpretazione vanta un nuovo lustro, si galvanizza. Una delle collezioni più interessanti della PE 2011: una lode.