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Da quando Gaultier ha abbandonato Hermès per dedicarsi alla sua linea omonima arrabattandosi tra la couture e la menopausa il salto di qualità ormai è istituzionalizzato: Lemaire regala una seconda collezione minimale, caratterizzata da un esotismo di testa, più razionale, pratico e contemporaneo. E' ancora il bianco il colore di Hermès, come anche l'arancio (saturo o più stemperato), che raccontano le forme over dei capi di cotone, sempre comode, con tuniche fruscianti sotto l'incedere dei passi, che sanno di viaggio e scoperta. Camoscio colorato, cotone e pelle realizzano outfit diretti e crudi, sinceri, mentre sulla testa i foulard scorrono per poi annodarsi sulla nuca. Meno sorprendente della collezione precedente e sicuramente più interessante dell'universo Hermès conosciuto con Gaultier, ultimamente ridotto ad un Tena Lady usato, propone bei capi ma una collezione varia, a tratti frammentata e forse un pò monotona. Della serie bella ma non balla: un 6.