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Influenze indiane per Proenza Schouler, dai Sioux agli Apache tutto si colora di tinte accese con rossi e gialli soleggiati e i bagliori metallizzati dei velluti e dei tessuti operati.
Forme asciutte e abbigliamento comodo, il pattern diventa altamente grafico grazie al sostegno dei trafori che come un'eco lanciata nel vuoto continuano la suggestione geometrica delle decorazioni. Gonne e vestiti disegnano onde sinuose imbrigliate ed educate da cinturini stretti in vita, esse si aprono sulle cosce in spacchi appena accennati e si ripercuotono nei cappotti, i maglioni e le camicie sono tenuti per metà nelle gonne mentre la parte posteriore, in genere più lunga, è portata fuori e abbandonata sul moto ondulatorio di una passeggiata. Interessanti le lavorazioni a cordoni annodati per le gonne, ricordano un'artigianato tipicamente popolare e fungono quasi da messa a terra per la collezione che altrimenti sarebbe rimasta chiusa in un'ispirazione celebrata da pochi segni forse troppo simili gli uni agli altri. Bella, ha un'eleganza dimessa ma non banale, prendendo in prestito una suggestione dettata da popoli lontani senza farla scadere in un souvenir da portarsi a casa. Un 8 e mezzo.