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Un campo di fiori nati in trasparenza, un ricettacolo di ciclamini e di serici lillà acquattati accanto a fiori acquatici in una promenade sognante raccontata come tra le pagine di un romanzo d'800. E' un romanticismo puro quello di Chiuri e Piccioli per Valentino, prezioso e incantato come un cuore rappreso nell'illusione di una passione adolescenziale, dolce, consumata in giardino tra l'ora di ricamo e quella dedicata alla letture di poesie d'amore. Una trasparenza e una leggerezza rotonde che diventano tema di una collezione intera che sembra legarsi alle precedenti esperienze del RTW (non per preziosità ovviamente) esacerbandone tutti gli elementi costitutivi fin ora considerat: dal deliziosamente scarno e prosaico dei primi outfit (che preferisco) realizzati con una tendenza al monastico e decorati con meravigliose soluzioni a cordone e cristalli ad abiti più "svolazzanti", fruscianti, girly, imperlati di rouches e maxi volants (che citano l'archivio anni 70 della maison) e abbinati a meravigliosi sandali gioiello, classici, a gabbia. E' ancora favola, ancora magia, peccato però che il cappello fatato, a parte il meraviglioso abito medusa, non abbia regalato grandi sorprese: un buon prodotto che non fa scintille, che traduce ancora (e non si sa per quanto) le ispirazioni nate nelle stagioni precedenti dimenticando tutte le alternative possibili di un archivio meraviglioso ed infinito come quello di maison Valentino fatto anche di over, rigore sartoriale, costruzioni, architetture... e non solo fiori e ruches. Un 8.