Parlo parlo parlo, parlo sempre, parlo a tutti, parlo a vanvera e a sproposito. Più spesso di quello che si dovrebbe.
Odio i silenzi, le assenze di conversazione, i momenti di impasse nelle tavolate.
Se ci sono li anniento, li sbaraglio e li annullo, con una raffica di parole ad alta voce.
Parlo del tempo, della moda [o tempora, o mores!!!], di gossip, di cronaca nera, di ricordi, di cazzate, di "ma lo sapete che".
Eppure ci sono situazioni in cui non riesco a dire una parola.
Sentimenti che non esprimo, frasi che mi rimangio, occhi voltati oltre la finestra.
Ma ieri ho scoperto che basta aprire una scatola, a volte.
E lasciare che le immagini prendano il posto delle parole.
Che i biancoeneri colorino i pensieri.
Che la carta si faccia lingua.
E allora diventa facile dirsi, muti, ti voglio bene, scambiandosi una foto.
Mamma_ Pian Munè (CN) Estate 1972