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Le parole di Napolitano e Papa Francesco

Creato il 14 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Le parole di Giorgio Napolitano e papa Francesco, in occasione dell'incontro tra il capo dello Stato e il pontefice a Roma.

Photo credit: Italian Embassy / Foter / CC BY-ND

Parole importanti quelle pronunciate dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano e da papa Francesco al termine dell’incontro a Roma.  Giorgio Napolitano ha fatto riferimento, nel suo discorso, al fatto che sia possibile superare le esasperazioni di parte, che in Italia si sviluppano in un clima avvelenato e destabilizzante. “Quanto siamo lontani nel nostro paese da quella cultura dell’incontro che ella ama invocare, da quella sua invocazione, dialogo, dialogo, dialogo”, ha poi aggiunto Napolitano, rivolgendosi direttamente a papa Francesco. Per la classe dirigente italiana “è tempo di levare più in alto lo sguardo, di riguadagnare lungimiranza, facendo nascere anche da questa straordinaria e così elevata occasione d’incontro, un impegno comparabile a quello di cui Santità Francesco ci sta dando l’esempio”. Nelle parole di papa Francesco in vece, c’è grande attenzione per il problema della disoccupazione: “tante sono le questioni di fronte alle quali le nostre preoccupazioni sono comuni e le risposte possono essere convergenti”. Papa Francesco ha poi parlato della famiglia: “la famiglia ha bisogno della stabilità e riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione. La famiglia mette a disposizione della società le sue energie, chiede di essere apprezzata, valorizzata e tutelata”. Polemico sulle parole del capo dello Stato il senatore Pdl Sandro Bondi, che pur essendo “d’accordo con Giorgio Napolitano quando sostiene che in Italia prevale un clima politico avvelenato”, è dell’opinione che “non abbia fatta nulla per stemperare le esasperazioni e per pacificare davvero la vita politica italiana”. Dure parole rivolte al capo dello Stato, quindi, che però contribuiscono solo ad avvelenare ulteriormente il clima tra le parti politiche, soprattutto tra i partiti che sostengono il governo Letta, alle prese con le tensioni interne e con la scadenza sempre più prossima del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi.


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