“Cosa aspetti, che mi arrendo? che molli tutto così, adesso?
O stai ancora sperando che ti dica non ce la faccio!. Questo non lo dirò mai. Contro ogni tuo dubbio e resistenza, e contro il proverbio del mai dire mai. Non aspettarti che dopo aver corso per tutto questo tempo io dica adesso basta. Non metterò basta né davanti al punto né dietro al dolore. Perché basta lo lascio a chi non ce la fa più a viver controvoglia e senza coscienza”.
Ma le parole non hanno confini e tra di loro si somigliano.
Ascoltarle è una lezione di vita, ogni giorno. Esse viaggiano lente o alla velocità della luce, ma l’aspetto più bello delle parole è il loro muoversi e il loro articolarsi.
Saltellano nelle bocche di coloro che non sanno dove andare, come onde di vita, che salgono e scendono, che gridano e poi stanno zitte, che soffrono e poi la smettono.
Bisbigliano convinte di stare gridando, si lasciano andare e si fanno ascoltare in silenzio. Nei loro occhi la paura, nelle loro bocche la certezza, nei loro piedi tanto asfalto, nella loro testa forse niente di tutto questo.
Barcollano e ricercano negli altri la forza, si scostano, si smussano e si sdraiano in mille discorsi di per sé logici. Barcollano sì, ma non mollano mai.
Chiedono e si fanno mille domande. Furbe e insicure si nascondono nelle parole di altri, si articolano bene, si presentano forti, ma dentro son deboli e costruite.
Rispondono con voce impostata, cominciano e non finiscono mai. Rispondono e ti convincono. Si disperdono, e si concludono ritrovando la risposta nelle risposte degli altri.
Dubitano non le parole altrui, ma l’atteggiamento e il modo in cui si pronunciano e si vergognano. Se ti ascoltano senza fermarti, alla fine non ti diranno niente per rispetto; se ti ascoltano e ti interrompono ti hanno già smascherato.
Guardano e Osservano le parole del sapere. E quando parlano son brevi e dirette. Ti sdraiano sul lettino e ti spogliano i pensieri, ti analizzano, e ti spiegano ogni cosa. Poi si stancano e ti lasciano lì con un aforisma o con un colpo di scena. Perché son quasi sempre artiste le parole che guardano e osservano. Sono matte e innamorate, sono pazze e fuori tempo.