Poniamo il caso che vi ritroviate in un ristorante americano e abbiate voglia di una bella pizza con peperoni. Poi invece vi viene servita un pizza con salame piccante. Dove sta l’inghippo? Sarà stato il cameriere ad aver annotato erroneamente l’ordine. Ma se l’errore fosse vostro? Del resto, in questo caso i peperoni non sono i nostri peperoni, bensì una varietà di salame. E sono tante le parole italiane di uso comune, che nel nostro paese hanno un significato e in inglese un altro.
Ecco le 6 parole italiane da usare con cura all’estero
Sia nel parlato che nello scritto, capita spesso di ricorrere a termini che per noi indicano determinate cose, ma non per altri. Se per esempio avete intenzione di pernottare in un albergo di Londra e pensate di farlo chiedendo “una camera”, non stupitevi se al posto delle chiavi, riceverete una fotocamera. Non stupitevi se al posto di un bicchiere di latte, avrete un caffellatte. Sono diverse infatti le parole italiane che al di fuori dei confini italiani assumono un significato diverso. Scopriamo subito le più curiose:
- Confetti: per noi sono gli adorati bon bon di mandorle ricoperti di zucchero. Per gli anglosassoni, dal 1875, rappresentano i coriandoli (paper confetti).
- Bimbo: per indicare un bambino, ricorriamo a parole come baby, kid, child. Tuttavia, in inglese con Bimbo si intende una donna svampita.
- Peperoni: come pocanzi accennato, i peperoni sono una varietà di salame piccante, molto usato per il condimento della pizza.
- Vista: per noi è la facoltà di vedere, per gli anglosassoni la vista consiste nel panorama.
- Studio: in inglese Studio non ha nulla a che fare con il nostro studiare. In questo caso, ci riferiamo al luogo dove lavora un’artista, dove si registrano album discografici. Come se non bastasse, lo Studio indica anche un monolocale.
- Latte: attenti a chiedere del latte in un bar newyorkese, perché vi verrà servito un caffellatte, quindi un espresso mischiato con latte caldo.