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Ora, è vero che è il 7 di agosto, ma insomma mi aspetterei di leggere sul corriere della sera qualcosa di meglio rispetto alle notizie che posso trovare sui vari city, metro, and so on. Tra i titoli di oggi non riesco proprio a non notare “Strappa il velo a due islamiche: «Mi fate paura»”.ANCORA?!?!?!Ma solo a me leggendo questo titolo, e il testo che segue, viene un attacco di dermatite atopica?Dunque, da dove comincio?
Le parole sono importanti. “Strappa il velo a due islamiche”.
. Musulmano vs IslamicoCome già fatto notare da Marghe, ma repetita iuvant (giusto qualche settimana fa ne parlavo con un amico), i due termini hanno connotazioni decisamente diverse: il termine musulmano indica la persona che crede nell'Islam, in arabo muslim, termine che può essere usato anche come aggettivo. Islamico invece, originariamente solo un aggettivo (ad es.i valori islamici), "per l'insistente uso proposto in questo senso dai mass media, ha cominciato ad acquisire anche un valore sostantivale, indicando in maniera convenzionale gli appartenenti ai movimenti 'fondamentalisti', più o meno militanti (ad esempio gli islamici di al-Qāʿida, o gli appartenenti ai gruppi del jihad islamico)". Ho citato testualmente Wikipedia.
Sottigliezze linguistiche? Qualcuno lo crede veramente?Io penso a Foucault. Penso che i discorsi non siano sistemi di segni che rimandano ad altro, ma “pratiche che formano sistematicamente gli oggetti di cui parlano”, che si inseriscono in una trama di rapporti di potere che costituisce il substrato di ogni società. Penso che se un giornalista professionista usa il termine islamico al posto del termine musulmano un motivo c'è, ed è ben chiaro, e a me fa venire la nausea.A voi no?
Nell'articolo si dice che le due 'islamiche' portavano il Niqab. Lo vorrei vedere, perché la nozione di Niqab così come è percepita dall'italiano medio è piuttosto labile e confusa. Ammettiamo che si trattasse di quel tipo di velo. Per quale motivo ci fa così paura? Vi prego: SPIEGATEMELO.
Il velo è un simbolo. Leila Ahmed sostiene che la narrazione del velo come simbolo dell'oppressione, così come la contronarrazione, che lo considera simbolo di resistenza, siano percezioni errate che si basano sulle premesse del discorso coloniale occidentale, rafforzandolo. Sono d'accordo. Prendiamo atto che nel mondo musulmano, così come nella diaspora, le donne religiose indossano spesso il velo come simbolo di una modernità che esse vedono come alternativa a quella occidentale. Il velo come simbolo di modernità. Prima di 'strapparlo' cerchiamo di capirci qualcosa di più?
Come si fa nel 2011 a continuare a cavalcare l'onda della lotta all'oppressione della donna nei 'sottosviluppati' paesi islamici, simboleggiata dal velo? Aboliamo il velo, liberiamo la donna. Lo diceva Qasim Amin, che però è morto nel 1908 (e poi a dire il vero faceva un discorso un po' più complesso...). Voglio dire, signora Souad Sbai, ma ci crede veramente che IL VELO possa rappresentare un problema oggi per una donna marocchina a caso? o egiziana, o tunisina?
> "Nella mia associazione non faccio che accogliere donne che sentono come una violenza l'obbligo di portarlo, ragazze che vivono l'inferno, chiuse in gabbia"la gabbia sarebbe il velo? ma perché si banalizza sempre tutto?oppure:>"Queste donne con il niqab non hanno nessuna colpa, sono costrette".Cioè diamo per scontato che siano delle povere dementi senza alcun potere decisionale. Ma per favore!
Ma perché siamo costretti a sopportare la solita dose di intolleranza anacronistica che ci somministrano a tradimento, una domenica di agosto, i nostri media?
Perché si riportano queste cavolate con tutte le cose importanti che stanno avvenendo nel mondo adesso?Ad esempio perché non si dice quello che stanno facendo le DONNE SIRIANE? Vi assicuro: anche quelle col niqab!
Donne manifestano per le strade di Damasco / rivoluzione in Siria.
Non so, io sono un po' stufa. Vado a prendermi un antistaminico.
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