Ditemi voi, come si deve comportare una lettrice! Ditemelo voi Rose Nostre: Mariangela Camocardi, Roberta Ciuffi, Maria Masella, Ornella Albanese, Miriam Formenti, Paola Picasso, Theresa Melville, che impersonate la “vecchia” guardia (ehi non vi offendete! Non mi riferisco all’età) e ne avete viste, ormai, di cotte e di crude, ditemelo voi… anzi, no, vi dico io come immagino sia stato, e tuttora sia, il lavoro di una scrittrice (perdonate se mi permetto):
1) vi viene un’idea, pensate che possa essere buona e iniziate a girarci intorno e a immaginare tutto un mondo dietro;
2) la scrivete, buttando giù tutto quello che riuscite a inventare e ne fate un romanzo;3) lo revisionate più e più volte cercando di perfezionarlo al massimo;
4) con trepidazione lo mandate alla casa editrice e aspettate.
Tutto questo non succede in un mese o due, ma per svariati mesi, in cui avete buttato sangue e sudore, avete amato, odiato e chiesto a Dio perché siete nate scrittrici. Naturalmente essendo delle professioniste, ormai il vostro mestiere lo conoscete e forse riuscite a essere celeri e perfette nello stesso tempo, se il romanzo lo permette, ma non credo che possiate svolgere il tutto in breve tempo.
E adesso vi dico come immagino il lavoro di una casa editrice (aaaaaaaaaaaah ah ah ah):
1) ricevono il file, se lo leggono, la storia piace, troveranno qualche errore o disattenzione, magari anche di punto di vista, ve li fanno notare (è un editor il tizio che lo fa?), voi rielaborate se siete d’accordo, e rimandate il tutto;
2) il testo è pronto, preparato per la stampa, revisionato un’ultima volta (è un correttore di bozze quel tizio lì?) e pubblicato.E anche questo passaggio non credo possa essere effettuato in poco tempo, in fondo le mitiche figure di editor e correttore di bozze sono esseri umani e anche loro sono soggetti a stanchezza ed errori. Immagino, quindi, che almeno due revisioni un romanzo le debba subire.
E allora ditemelo voi, mie care autrici, donne che leggo in tutta sicurezza e quando vi compro sono certa di avere un ottimo prodotto, ditemi perché io, povera umile lettrice, che acquisto il mio tesoretto per sognare, per trascorrere in santa pace alcune ore di beata solitudine ed entrare in mondi immaginari per dimenticare la prosaica realtà, ditemi perché mi ritrovo tra le manine invece di un prodotto curato, un “coso” con nomi errati (e mi chiedo: e mo’ questo chi è?) con strani balzi di PDV (e mi chiedo: occavolo ma chi è che sta pensando/parlando adesso?) o con termini che devo andare a cercare sul dizionario (e a volte neppure trovo) perché proprio non rendono l’immagine che, suppongo, vorrebbe suscitarci l’autrice?
Concordo con Roberta Ciuffi, quando su Facebook, rispondendo a un mio stato, ha detto che un’autrice deve far uscire una storia ben scritta e senza errori (cito: “Il lavoro deve essere al meglio alla fonte, come tecnica, struttura, grammatica”), ma se oggi le case editrici scelgono autrici non ancora ben formate e storie “grezze”, magari elaborate in poco tempo senza cura, non convenite con me che almeno le suddette CE dovrebbero utilizzare le figure dell’editor e del correttore di bozze per vendere un prodotto di valore?
Cavolo, allora non pubblicatele no????? Almeno, io, lettrice, non mi incavolo avendo comprato una storia che, invece di farmi sognare mi ha fatto “illezzire”! (termine toscano per dire innervosire).P.S. I nomi delle scrittrici sono stati indicati non in ordine di preferenza o importanza e li ho scelti perché emblema del Romance italiano, sono tra le mie preferite, quelle che sicuramente leggo e con le quali ho un dialogo (e adesso qualcuno mi accuserà di essere una “lecca***o”).