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Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.

Creato il 06 dicembre 2012 da Missbailing
Pubblicato il 6 dicembre 2012 da Bailing

La mia odissea Le Pegase d’Hermès è infine giunta ad un felice epilogo e quando leggerete questo post il mio adorato cavallo alato starà già volando verso le mie amorevoli mani.
Nelle settimane appena trascorse ho cercato inutilmente in internet un qualche vademecum su come muoversi quando si ha una wish list di carré che non sono ancora così vecchi da entrare di diritto nell’elenco di quelli da collezione, ma che (non appartenendo alla stagione in corso) sono comunque difficili da reperire.
Purtroppo non ho trovato nulla e quindi ho pensato di raccontarvi la mia personale esperienza.

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.

Appurato di non poter più vivere senza un Pegase il mio primo pensiero è stato per il Faubourg Saint-Honoré: vuoi che la Casa Madre non abbia qualche avanzo della collezione f/w 2010-2011?
Purtroppo sono stata immediatamente smentita.
Incappata nella migliore e più affidabile commessa in assoluto (quella ribattezzata da Michael Tonello “la Nonna”) mi sono sentita rispondere
con grande competenza e cognizione di causa che di cavallini alati non ce n’era più nemmeno l’ombra [e neppure di Couvertures et Tenues de Jour... e dire che la Nonna in persona ne aveva avvistato un esemplare superstite nemmeno due settimane prima!].
Prima di salutarmi l’adorabile nonnina ha però pronunciato una frase cruciale: “à l’étranger peut-être c’est plus facile”.
Frase che mi ha fatto immediatamente ricordare del già citato Michael Tonello, che si recava in missione nella minuscola boutique del Principato di Andorra per comprare vecchi carré da collezione.

Così, mentre compivo vani pellegrinaggi nella boutique parigina di rue de Sèvres e in Saint Germain da Catherine B. [il cui marito è senza dubbio l'essere più irritante e inutile al mondo: quando mi ha sentita pronunciare le famigerate parole "j'ai une liste", ha pensato bene di lavarsene le mani chiedendomi di tornare quando ci fosse anche Catherine. Ma allora scusa, tu che ci stai a fare in negozio?!?], elaboravo già un diabolico piano B da mettere in pratica non appena fossi tornata a casa.

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.
photo credits: notcot.com

Al rientro da Parigi mi armo di santa pazienza ed inizio con lo scrivere all’unico negozio in cui avessi mai visto Le Pegase dal vivo: quello del Terminal 2 dell’Aeroporto Internazionale di Monaco di Baviera.
Neppure 24 ore di tempo e ricevo la loro cortese risposta: purtroppo, trattandosi di un articolo stagionale, devono informarmi che è andato sold out.
Depenno l’opzione tedesca dal mio taccuino, mi siedo bella comoda davanti all’apparecchio telefonico ed inizio a chiamare tutte le boutique Hermès d’Italia che rispondono per caratteristiche a quella di Andorra: negozi piccoli e con poco giro d’affari portato dai turisti.

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.
photo credits: notcot.com

Inizio da Pesaro che è forse l’unica boutique del Pianeta non gestita direttamente dalla Maison e, non per fare la spocchiosa, si vede: mi risponde una tizia con fare scocciato, la ‘Sciura in questione interrompe due volte la nostra conversazione per mettersi a parlare con qualcun altro all’interno nel negozio (senza nemmeno scusarsi ovviamente!) e alla fine mi fa notare che comunque “No, a noi non avanza mai niente!”.
Da Brescia mi dicono che il negozio chiuderà a fine dicembre.
Mormoro un “mi dispiace” e intanto mi chiedo se sia di cattivo gusto informarmi su un’eventuale svendita per cessazione attività. Alla fine decido che no, non è il caso.

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.
photo credits: notcot.com


Ora non voglio tirarla tanto per le lunghe con il racconto dettagliato di tutte le mie telefonate.
Vi basti sapere che da Courmayer è arrivata la prima buona notizia: forse, ma forse avevano un cavallino superstite.
Un’oretta dopo la commessa mi ha confermato l’esistenza di un Pegase nel colore arancio Hermès.
Ora dovete sapere che non solo sentivo di non poter vivere senza quel cavallo alato, ma che sentivo pure di non poter vivere se non fosse stato di un colore assolutamente neutro: bianco, grigio o celeste pallido.
Quindi, spiegate le mie ragioni, saluto la boutique di Courmayer e ricomincio a telefonare e depennare negozi dalla mia lista fino a che da Palermo la mia nuova BFF Laura mi conferma che sì, hanno un Pegase!
E sì, è celeste pallido!

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.
photo credits: notcot.com


Soffoco gridolini di gioia mentre segno con cura sul mio taccuino i dati bancari di Hermès Italie per il bonifico.
Appena metto giù il ricevitore inizio ad urlare e saltare in giro per casa come uno sciamano impegnato in qualche tipo di insensata danza propiziatoria e volteggio gioiosamente, ululando frasi sconnesse a proposito di cavalli volanti.
Il Signor G. mi ignora.
Sfortunatamente dopo nemmeno mezz’ora sono già caduta in uno stato di depressione nera scoprendo che esistono ben due Pegase celeste pallido.

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.

Siccome, malgrado le apparenze, ho ancora un briciolo di pudore esito a chiamare di nuovo il negozio per chiedere se il corpo del Pegaso è tono su tono o colorato.
Ma d’altra parte non riesco ad immaginare niente di più drammatico di un simile misunderstanding, così mi faccio coraggio.
Mi risponde una soave voce maschile, cerco di spiegare con tutta calma chi sono e cosa voglio e faccio la fatidica domanda.
Ragazze vi giuro: 5 minuti di felicità assoluta, al telefono con l’uomo ideale.
Le sue prime parole? “Signora ho capito benissimo a cosa si riferisce!”.
Quando mai un uomo esordisce in questo modo?! Di solito sono decisamente più avvezza ad incipit del tipo “Non so neppure di cosa tu stia parlando!”.
Comunque l’uomo della mia vita dall’altra parte del filo inizia a descrivere con grande dovizia di particolari i due tipi di Pegase prodotti dalla Maison: uno dipinto a colori squillanti (vade retro!) e l’altro tono su tono, come un disegno a matita.
“Per farle capire Signora le direi di pensare…”
“All’uomo Vitruviano di Leonardo” esclamiamo in coro!
Ah, che felicità! Devono averci separati alla nascita!
“Il carré che le abbiamo già messo da parte è proprio quest’ultimo, tono su tono, solo un contorno delicato, con qualche linea arancio Hermès a sottolineare qua e là”.

Le Pegase d’Hermès. Ovvero piccola cronistoria semi-seria di come riuscii a scovare in boutique un vecchio carré dato per sold out.
photo credits: notcot.com


Sono commossa e continuo a ringraziare con le lacrime agli occhi.
Se fossi a Palermo di fronte a questo ragazzo d’oro gli dipingerei un tilaka sulla fronte, lo incoronerei con ghirlande di fiori e canterei per lui dei canti devozionali, spargendo in giro fumi d’incenso.
Ma credo che mi limiterò a segnalare al servizio clienti di Hermès la squisita gentilezza del suo personale.
E’ proprio vero, amiche mie, che una scatola arancione è sempre foriera di immensa felicità!

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