L’unica cosa sicura del Draft NBA è che non si tratta di una scienza esatta; se scegli un giocatore che è ritenuto da tutti in quel momento il più forte o il più pronto, e questo poi si rivela un mezzo bidone, o comunque non all’altezza, nessuno avrà pietà della squadra che ha speso per lui quella scelta e tutti la criticheranno. Di contro se con un numero basso riesci a pescare un giocatore di gran livello, in cui quasi nessuno credeva, allora sei elevato allo status di “Genio”. Questo è il destino dei General Manager NBA il giorno del Draft e gli anni successivi.
La differenza tra successo e fallimento è sottilissimo, ed è per questo che spesso i GM decidono di mettere in piedi qualche trade proprio il giorno del Draft, così da togliersi il rischio di scegliere un giocatore che poi non risulta funzionale alla squadra. Questi scambi però non sempre hanno il risultato sperato, e ancora una volta a rimetterci è l’immagine del dirigente che ha deciso e accettato lo scambio.
Dimemag.com ha illustrato quelle che sono probabilmente le 5 peggiori trade effettuate il giorno del draft nell’ultimo ventennio:
- Nel 2006 i Rockets scambiano Rudy Gay per Shane Battier con i Grizzlies. L’ala, adesso ai Raptors è diventato ben presto uno dei migliori attaccanti della Lega, mentre Battier, pur con un grandissimo contibuto (decisivo per i due Anelli vinti con i Miami Heat) non è stato così decisivo a Houston. Erano gli anni di McGrady-Yao Ming in cui mancava un terzo violino che riuscisse a restare sano e aiutare in attacco, cosa che Battier non era.
- Nel 2005 i Suns mandano Rajon Rondo ai Celtics in cambio di soldi. E’ vero che Phoenix in quel momento aveva un grande Steve Nash a disposizione e quindi Rondo sarebbe stato relegato a fare tanta panchina, ma ovviamente vista adesso sembra un errore clamoroso della dirigenza della franchigia dell’Arizona. I Suns scelgono Rondo con la #21 ma lo scambiano subito. A Boston ripensando a quel giorno si sfregano ancora le mani.
- Nel lontano 1998 i Bucks scambiano Dirk Nowitzki ai Mavericks per Robert Traylor. Vista oggi questa sembra essere probabilmente la peggior trade degli ultimi anni, ma nel ’98 il tedescone non era neanche meno della metà del giocatore che è diventato. Lungo e dinoccolato Nowitzki neanche voleva andarci in NBA quando venne scelto con la #9, mentre Robert “Tractor” Traylor, che purtroppo nel frattempo è deceduto, era un lungo già affidabile che molte squadre cercavano.
Dirk poi è diventato MVP della Lega, MVP delle Finals, 11 volte All-Star e Campione NBA con i Mavs…
- Nel 1996 gli Hornets cedono Kobe Bryant ai Lakers per Vlade Divac. Come per lo scambio Nowitzki anche qui siamo a dei livelli da mangiarsi le mani; d’altronde i Charlotte Hornets al tempo avevano bisogno di un giocatore concreto fin da subito e Bryant, che arrivava direttamente dalla high school, non era di certo quello che sarebbe diventato, tanto che Charlotte lo scelse con la #13 al Draft! Complimenti ai Lakers che ci hanno creduto (e hanno avuto anche fortuna ad essere ripagati con questa moneta).
- Nel 2008 i Grizzlies scambiano Kevin Love per OJ Mayo con i Timberwolves. L’ala da UCLA era stata scelta con la #5 mentre la guardia da USC con la #3, ma nello scambio erano stati inseriti anche Mike Miller, Brian Cardinal e Jason Collins mandati a Minnesota mentre Antoine Walker, Marko Jaric e Greg Buckner a Memphis.
Mayo al momento non fa più parte dei Grizzlies e il suo impatto è stato piuttosto relativo, mentre dall’altra parte KLove è diventato una delle ali più pericolose della Lega grazie ad un miglioramento nel tiro dalla lunga distanza incredibile.
Questi sono solamente alcuni, perchè poi ci sarebbero anche Tyrus Thomas scelto alla #4 dai Blazers e subito girato ai Bulls in cambio della #2 LaMarcus Aldridge; ora il lungo di Portland è un All-Star fisso mentre Thomas vegeta ai Bobcats (senza giocare). E come dimenticare nel 2001 quando Pau Gasol scelto da Atlanta alla #3 venne spedito ai Grizzlies in cambio di Shareef Abdur-Rahim?
Il draft non è una scienza esatta, e anche quello di quest’anno porterà sicuramente dei vincenti e dei vinti.