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Le persone sono troppo complesse perché le si possa etichettare [Queste Oscure Materie]

Creato il 25 maggio 2014 da Achiara84 @madamaAly

Non credo di aver mai fatto più fatica a finire una saga.

Sempre in procinto di continuarla, l’ho lasciata in attesa per tanto tempo.

Finché non mi son decisa, e prima La Lama Sottile e poi Il Cannocchiale d’Ambra, sono arrivata alla fine.

Parto dalle cose positive: la saga è bella, originale (per quanto mi è dato sapere), spiccatamente atea e ateista, ma non disturba più di tanto, scritta bene e con un bell’intreccio e una bella crescita personale della protagonista, Lyra.

Non è perfetta, non risolve tutto, e a dire la verità, a volte anche abbastanza odiosa nella sua presunzione. E alla fine ci si affeziona a questa bambina che crede di poter salvare tutto e tutti solo perché lo vuole.

Se devo trovarci dei lati negativi, parto dal finale. Agrodolce, strano, e un po’ scontato. Ma anche troppo concentrato sullo sciogliere un intreccio e lasciarne irrisolti tanti alti.

E, mentre il primo libro, la Bussola d’Oro, segue una Lyra poco più che undicenne e si approccia al lettore in maniera abbastanza semplice, man mano che si avanza nella saga, il linguaggio diventa più difficile, le descrizioni (a volte inutili) si allungano, e a volte ci si perde nei meandri di quello che cerca di comunicarti l’autore.

Alla saga posso dare 4 stelle, ma il libro finale, forse, ne merita solo 3.

Pullman cerca di distruggere la religione (quella cristiana soprattutto, ma credo voglia screditarle un po’ tutte) senza però riuscirci, perché il dio che lui descrive non è un dio in cui poter credere (lui stesso lo chiama Autorità).

Bel tentativo, Philip Pullman. La prossima volta sarà più facile, forse.

Le persone sono troppo complesse perché le si possa etichettare [Queste Oscure Materie]


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