Il libro…
Fino a qualche decennio fa, una donna di 39anni senza un marito era considerata una zitella. Se poi viveva sola e aveva un “amico” (e non un fidanzato ufficiale) addirittura era vista come una poco di buono. Così almeno accadeva in gran parte del mondo, ma non nella frizzante, anticonformista ed emancipata Parigi degli anni Cinquanta-Sessanta dove Paule era considerata quella che oggi si definirebbe “una single”. Donna indipendente, arredatrice in carriera, senza figli, Paule frequenta da diversi anni Roger, imprenditore nel settore dell’autotrasporto e vero maschio sicuro di sé. Il rapporto procede sui binari del disimpegno: serate a teatro, al cinema, cene in ristoranti alla moda e divertimenti al night (all’epoca si chiamavano così i locali…). Si tratta di una relazione dal fiato corto, che non lascia presagire alcuna trasformazione in qualcosa di più solido e duraturo. Anzi, Roger è uno di quegli uomini molto sensibili al fascino femminile. Uno di quelli che non disdegna, ogni tanto, qualche variazione al tema, con scappatelle con ragazze più giovani. E a Paule comincia a pesare la situazione, con quel corollario di bugie e prese in giro che ogni tradimento si porta dietro. Non sappiamo se percepisca il ticchettio dell’invisibile orologio biologico o se sogni un matrimonio in pompa magna, sicuramente però non è felice di questa sua condizione di continua instabilità emotiva. In questo quadro, s’inserisce il terzo elemento, Simon. È un ragazzo di 25anni, figlio di una ricca americana a cui Paule deve arredare casa. Simon è stralunato, sensibile, scarsamente interessato al lavoro e alla carriera, molto sognatore e un po’ ossessivo. Aggiungiamo che prova una particolare attrazione per le donne mature e Paule, ancora bella, diviene l’oggetto della sua passione. Inutile negare che lei si senta lusingata dalle attenzioni del giovane. Tutto sembra facile ma la felicità non sembra trovarsi nemmeno lì, nelle complicazioni geometriche del triangolo amoroso…
Per sminuirne il talento, si parlava della Sagan come della rappresentante di un esistenzialismo “all’acqua di rose”. In realtà, la scrittrice parigina – anticonformista, di successo e dalla vita spericolata – sapeva come raccontare le storie, come ricreare le emozioni. In questo caso, siamo di fronte al senso di infinita insoddisfazione e tristezza che regna nella vita di Paule, al vuoto che le lasciano queste relazioni interrotte, frammentate, mai definitive o destinate all’infelicità sin dall’inizio. Avanti anni luce rispetto ai tempi, la Sagan racconta di relazioni amorose molto moderne, fra persone libere e indipendenti, dove il contesto sociale e famigliare non interferisce per nulla nelle dinamiche di coppia (da questo punto di vista molto poco italico, specie dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, così familista e dove i problemi si discutevano e risolvevano a tavola, insieme a nonni, zii e cugini).
Infine, la Sagan solletica la mia passione per i bei titoli (quelli che ti rimangono in testa perché incisivi e attraenti). Bravissima a sceglierli per le sue opere. Ne cito altri tre oltre all’azzeccatissimo Le piace Brahms? (Aimez-vous Brahms?), ovvero: Un po’ di sole nell’acqua gelida (Un peu de soleil dans l’eau froide), Un certo sorriso (Un certain sourire) e l’insuperabile Buongiorno tristezza (Bonjour tristesse) . Da riscoprire.
…dal libro al film…
Preso in mano da produttori hollywoodiani senza grazia e incapaci di valorizzarne le sfumature, il romanzo si trasforma in una pellicola piuttosto scialba, molto sentimentale e a tratti di una superficialità disarmante. Oltre che di una lunghezza eccessiva.
Locandina edizione americana
Il regista Anatole Litvak non sa cogliere le sfumature e appiattisce tutto l’appiattibile. La dolorosa tristezza che aleggia intorno a Paule, insoddisfatta e infelice per la propria condizione di donna che capisce di aver ormai perduto gli anni migliori della propria esistenza, è banalizzata in un racconto fintamente scandalistico su un rapporto tra una donna più vecchia e un ragazzo più giovane (un’anticipazione del toy boy tanto di moda in questi anni, vedi Demi Moore o Madonna?).Il tutto si regge in piedi solamente grazie alla presenza e alle capacità degli attori di stare in scena. Innanzitutto, quella di Yves Montand, degno rappresentante del maschio adulto e seduttore dal sorriso accattivante. Ugualmente lo “psicopatico” Anthony Perkins, qui nei panni di Philip (il Simon del libro), giovane stralunato, un po’ inquietante e amante ossessivo con una passione (edipica) per le donne più grandi di lui. Infine, Ingrid Bergman, giusta per età, ma forse troppo rigida e controllata rispetto all’immagine che mi sono costruito pensando alla Paule del romanzo. Se il film fosse stato girato alla fine degli anni Sessanta e non all’inizio, io avrei visto bene l’impiego di un’attrice all’epoca molto in voga come Anouk Aimée (quella di Un homme, une femme di Claude Lelouche, per intenderci)…
Charlie CitrineDati film
Titolo: Le piace Brahms?Titolo originale: Goodbye AgainRegista: Anatole LitvakSceneggiatura: Samuel A. Taylor (romanzo: Françoise Sagan) Interpreti: · Ingrid Bergman (Paule Tessier)· Yves Montand (Roger Demarest) · Anthony Perkins (Philip Van der Besh)· Jessie Royce Landis (Mrs. Van der Besh)Anno: 1961 Paese: USA/FranciaColore: B/NDurata: 120 minuti Genere: Drammatico
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