Per scrivere quel post avevo chiesto aiuto ad un gruppo di amiche, intervistandole sui piccoli, insignificanti difetti e sulle minuscole pessime abitudini dei propri uomini, capaci di far però partire l'embolo. Il post ebbe grande seguito e vennero a galla numerosi innocenti difettucci capaci di portare una donna sull'orlo di una crisi di nervi. Tanto per dirne uno: la tavoletta del water perennemente alzata. E ci siamo capite.
Non mi sembrava giusto non dare ai maschietti possibilità di replica e costringerli ad incassare tante critiche, e da fanatica delle pari opportunità quale sono ho chiesto agli amici del "Taccodieci Opinion Team", sempre più numerosi, di esprimersi liberamente e di indicare i vezzi femminili che proprio non sopportano.
E' impressionante la quantità di cose che noi donne catalogheremmo tranquillamente come "piccole paranoie tipicamente femminili" (insomma, cosucce carine che ci rendono uniche e civettuole) e che invece trasformano sul lungo periodo un uomo in un serial killer.
Chi di noi non ha mai scaldato, in inverno, i piedini congelati sulle gambe calde come termosifoni del proprio fidanzato? Prima cosa insopportabile, almeno secondo Johnny Ten.
I piedi gelati che vengono scaldati regolarmente sulle mie gambe sempre caldissime.E quanto non è romantico dormire abbracciati? Lo vediamo costantemente in film e telefilm (che a questo punto ho il sospetto che ci imbottiscano la testa di cose "che succedono solo nei film", appunto): protagonista (maschio) e protagonista (femmina) che dormono abbracciati. Scena classica: donna sul fianco e uomo che la abbraccia teneramente tenendo le mani attorno alle sue spalle. Avete presente?
Macchè, questa sembra essere per gli uomini la posizione più scomoda al mondo per dormire.
Io non riesco a dormire abbracciato. Magari la prima volta che si dorme insieme, posso sopportare un paio d'ore (che poi non dormo)... Ma la cosa peggiore è quando mi viene chiesto tutte le sante notti... pur sapendo che così non riesco a dormire. (te lo ricordi Chandler su Friends? che deve divincolarsi ogni notte?)Un altro vezzo tipicamente femminile (che talvolta mettiamo in atto appositamente per sentirci desiderate e per fare l'entrata in scena perfette scendendo dalle scale di casa, stile appuntamento per il ballo di fine anno, diciamocelo) è quello di metterci una vita per prepararsi ad uscire.
Un uomo si infila la prima t-shirt che gli capita a tiro, prende a casaccio un paio di jeans dall'armadio tra i millemila pressochè uguali che possiede ed è fatta. Se non si pettina è ancora meglio: avrà quel look un po' trasandato alla Dilan McKay. Noi no. Noi ci dobbiamo piastrare i capelli (se siamo ricce) o passare il ferro arricciatore (se siamo lisce), dare un'ultima indispensabile passata di Silk Epil, verificare lo stato di tosatura delle sopracciglia, truccarci, poi guardarci allo specchio, farci schifo, togliere il trucco appena messo con una salvietta struccante passata con rabbia, ritruccarci, provare almeno quindici abbinamenti di vestiti, cercare in soffitta quel paio di scarpe dell'estate 2002 che sono tornate improvvisamente di moda. Lo sappiamo. Va sempre a finire così.
Non dico che dovremmo uscire come se ci fossimo preparate al buio durante una scossa di terremoto, ma se sappiamo che ci vuole tempo, perchè non iniziare i preparativi con un po' di anticipo? Soprattutto dal momento che, come suggerisce Denait, l'attesa per un uomo non è poi così dolce?
Iniziare a prepararsi per uscire 5 minuti dopo che si sarebbe dovuti arrivare...Sono sempre stata una fanatica sostenitrice del fatto che non esistano discorsi da donne e discorsi da uomini: per me esistono discorsi. Punto.
Però ci sono dei discorsi che agli uomini risultano pesanti, perchè comprendenti elementi del tutto estranei al proprio mondo, che li costringono ad interessarsi a cose verso le quali non nutrono alcun tipo di interesse. Uno di questi argomenti è il matrimonio. Denait ad esempio viene portato allo strazio dai racconti dei matrimoni... degli altri.
Descrivere con dovizia di particolari gli abiti da sposa delle amiche, blaterando di cose come tulle, sciffon, corpetti ed altre cose che nel vocabolario maschile sono riunite alla voce "ciarpame inutile"Legittima lamentela, che però mi fa sorgere spontanea una domanda: ma a quanti matrimoni siete costretti ad andare, ultimamente?
Un altro argomento off limits, se si vuole mantenere da parte di noi donne una parvenza di serenità tra le mura domestiche, sono le lamentele lavorative.
Arrivare a casa e scaricare una quintalata di pare lavorative sulle spalle di uno che ne ha avute altrettante, ma se le tiene per sè con spirito stoico.Qui mi chiedo: qual è il limite tra il cercare calore umano al termine di una giornata da impazzire e lo stalking nei confronti del proprio uomo?
Ci vantiamo inoltre, noi donne, di essere capaci di eseguire millemila attività contemporaneamente, ciascuna con la precisione che il caso richiede. Ci siamo mai chieste, però, se a chi debba essere ascoltato da noi vada bene questa situazione?
Oppure quando la trovo in versione multitasking, sta parlando con me ma contemporaneamente chiama e/o fornisce istruzioni ai figli. Ciccia, ci vediamo pochi minuti al giorno, posso avere la tua attenzione per più di qualche secondo?La riflessione sul fatto che noi donne siamo costrette a portare avanti tutte queste attività e che, essendo la giornata costituita esclusivamente da 24 ore, per forza di cose queste attività si debbano accavallare, sarebbe troppo lunga da fare per questo post (e probabilmente per questo blog). Limitiamoci per ora ai fatti ed agli sfoghi maschili.
Come se già queste segnalazioni non fossero abbastanza per farci strabuzzare gli occhi, arriviamo all'area del linguaggio, imputata come potenziale e principale causa di divorzi e separazioni.
Qui le segnalazioni si sprecano.
Quando parla non finisce mai le frasi, lasciando a me (che pure non sono sveglissimo) l'arduo compito di completarle. Oppure usa spesso le parole "coso", "il tipo", "il cicciobello"... senti tesoro, ma di chi o cosa stiamo parlando? Ce li hanno dei nomi? Usali, cazzo!
Difficile che io riesca ad esporre un ragionamento completo che lei lo ha già terminato al posto mio, il più delle volte sbagliando.
Sembra inoltre che noi donne pretendiamo. Pretendiamo che un uomo faccia questo, che un uomo faccia quello... E ci arrabbiamo quando un uomo non porta a termine i compiti assegnati.
Dire le cose da fare a rate, così uno crede di aver finito ed entra in modalità svacco, in realtà non ha neanche iniziato. Lo switch tra le due modalità è molto usurante per i nervi.
Ripetere le cose un gozzilione di volte, se non si scatta come soldatini sull'attenti entro 30 millisecondi netti.Mi limito a dire che sarebbe tutto più facile se gli uomini si accorgessero da soli delle faccende da sbrigare e le sbrigassero, senza aspettare direttive che sono anche antipatiche da dare. Dal momento che non voglio terminare i miei giorni schiacciata sotto il peso di insulti maschili, non mi avventuro oltre in questa intricata faccenda.
Se pensiamo che anche un pizzico di gelosia sia il sale per mantenere vivo un rapporto, ci sbagliamo di grosso. La gelosia, soprattutto quando immotivata, non piace.
La gelosia eccessiva e ossessiva. Sono l'uomo più fedele della Terra, cazzo.Gli uomini sembrano quindi volere donne comunicative, ovvero persone con cui potersi confrontare e non persone che aprano la bocca per dare ordini o per lamentarsi.
Posso dire la cosa che detestavo di più della mia ex: non ha mai voluto affrontare direttamente i problemi, parlare dei suoi dubbi... con me; teneva il muso sperando che io le leggessi nel pensiero.
Non mi taglierò i capelli come li vuoi tu. Punto.Un uomo, soprattutto quando fedele, se non ci abbraccia, non ci porge un fazzoletto quando il nostro capo ci fa impazzire, non ci porge le gambe calde durante le fredde notti invernali, non si sforza di capire la differenza tra un tulle ed una crinolina, non è che non ci ama. E' semplicemente un uomo. Ed è fatto così.
Non è detto che sia giusto o sbagliato, ma è un uomo. E non è nemmeno detto che sia l'uomo per noi, ma sempre un uomo è.
Mi sento di concludere, tuttavia, sottolineando che in qualsiasi coppia nessuno capita all'altro come capita un'influenza. Ci si sceglie, anche se a volte viene da pensare "ma chi me l'ha fatto fare".
La Redazione