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Le piccole e medie imprese non sono istituti di credito

Creato il 23 marzo 2011 da Artigianauta
Le piccole e medie imprese non sono istituti di credito
Ovvio? Non per tutti, se ImpreseCheResistono, comitato nato nel 2009 e che oggi conta 1500 aziende aderenti in tutta Italia, si sta impegnando per la rapida attuazione di una proposta di legge, la 3753, che stabilisce la certezza dei tempi di pagamento. “Il problema è più grave di quanto si creda – commenta Massimo Mazzucchelli, imprenditore di Besnate e rappresentante lombardo del comitato -. Infatti le fatture saldate a distanza di mesi rischiano di compromettere la sopravvivenza delle piccole e medie imprese e qualcuno ne ha già fatto le spese, chiudendo i battenti”.
Traducendo la questione in numeri, secondo un’indagine dell’European Payment Index 2010, si scopre che un imprenditore italiano per vedersi pagare una fattura deve pazientare in media 96 giorni, che salgono addirittura a 186 se ha a che fare con un ente pubblico. Dati sconcertanti soprattutto se confrontati con quanto accade in Europa, dove in media l’attesa cala, rispettivamente a 55 e 63 giorni. L’Italia, dunque, è il Paese europeo dove i creditori se la passano peggio. Considerando che, secondo lo stesso istituto di indagine, per effetto della crisi la quota nazionale di crediti superiori a novanta giorni è aumentata dal 25 per cento del 2008 al 32 per cento del 2010, si può comprendere la preoccupazione di ImpreseCheResistono: “Se pagata in ritardo la piccola impresa, che generalmente non può contare su abbondanti risorse proprie, rischia di restare priva di liquidità, impossibilitata a far fronte, per esempio, agli stipendi dei dipendenti, alla rata del mutuo per il capannone o del leasing del nuovo macchinario – denuncia Mazzucchelli -. Con il risultato di ritrovarsi i conti correnti bloccati dalle banche, a un passo dal fallimento. Oppure capita che, dopo un’estenuante attesa, al momento di saldare, il cliente contesti la fornitura e si rifiuti di pagare. A quel punto al piccolo imprenditore non restano che le vie legali, ma le lungaggini di un processo equivalgono, di fatto, ad una perdita”.......................

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