Con l’istinto del ribelle a dell’anticonformismo Marlon Brando ci doveva essere quasi nato perché già con i genitori aveva avuto seri problemi… E non aveva neanche tutti i torti con un padre prepotente e una madre alcolizzata. Ma dalla scuola militare dove lo avevano spedito sperando che almeno imparasse un po’ di buone materie si fece cacciar via e finalmente a diciassette anni approdò a New York, senza arte ne parte. Ma sapeva recitare e lo voleva fortemente. Saranno Shakespeare e il teatro a liberarlo dalla dislessia e dall’incapacità di dialogo della sua giovinezza solitaria… Quando arriva a Hollywood è già qualcuno… Ci aveva pensato Stanley Kowalski ad aprirgli le porte e ancor prima di ”Fronte del Porto” era già nel cuore dei giovani come il Selvaggio sulla moto con il giubbotto nero, il romantico rivoluzionario Zapata e il bellissimo Marcantonio con le ciocche sulla fronte, nell’accorato monologo in difesa di Cesare…
La rabbia sociale andava di pari passo … e anche questo era motivo di disagio a Hollywood. Cominciò a difendere tutte le minoranze razziali e in particolar modo gli afro americani che avevano cominciato un’ aspra battaglia per i loro diritti. Fu per questo forse che quando prese moglie o per meglio dire mogli si scelse sempre mogli esotiche prima Anna Kashfi che era per metà indiana, poi una messicana e la terza moglie Tarita Teriipia,un attrice di Bora Bora, conosciuta mentre girava “Gli ammutinati del Bounty”, che ci lasciò un memorabile ricordo del Tenente Fletcher, mito individuale in un film che doveva essere corale…
L’imbarazzo di Hollywood verso il suo scomodo personaggio raggiunse il culmine il 28 agosto del 1963 quando in quel 25% di bianchi che ascoltarono Martin Luther King affermare “I have a dream” c’era anche Marlon Brando. Stavolta gliela fecero pagare. Per alcuni anni i film di Marlon Brando furono pochi e mediocri. Lo volle Chaplin ne “La contessa di Hong Kong”, ma non fu un successo e Quemada lo interpretò perchè era un film italiano e lo volle Gillo Pontecorvo che alla fine disse che Brando era il più grande !
Fu ”Il Padrino” a far risorgere veramente Brando… E fu un interprete, un personaggio, un mito tutto diverso… Dapprincipio non voleva quella parte mafiosa e poi con l’estro e il gusto dell’eccesso che era tutt’uno con
Aveva voluto che “ll Padrino” fosse girato in fretta perché aveva un impegno a Parigi.. Difficile superare Don Vito Corleone, ma il disincantato personaggio de ”L’Ultimo Tango a Parigi” che viene ucciso appena riacquista la voglia di vivere è di quelli che non si dimenticano. Brando ha ancora fascino da vendere e Bertolucci ne fa un interprete sensibilissimo della solitudine e della crisi di valori.I l film era un capolavoro e lo perseguitarono.”Era scandaloso – dissero – troppi nudi e scene di sesso” senza voler vedere che non c’erano forzature ed cccessi, che era tutto funzionale alla storia… E poi c’era lui Brando che di per sé era già un’odiata icona del proibito. In paesi come l’Italia del film ne ordinarono il ritiro, poi la distruzione della pellicola in un rito quasi satanico di fobia sessuale. E’ da poco tempo che è stato possibile rivederlo.
Gli ultimi anni saranno nefasti e in un susseguirsi di tragedie familiari, con un figlio condannato per omicidio e una figlia suicida,Brando morirà in solitudine, come molto spesso, nonostante i riflettori,la celebrità e gli amori, gli era successo durante la vita. Alla fine le sue ceneri furono gettate in mare assieme a quelle del suo federle amico Wally Cox…
Fu durante le riprese del Padrino che Marlon Brando aveva conosciuto la cucina italiana! E del resto era inevitabile in un film che è tutto imperniato su una famiglia mafiosa che a tutti i costi vuole mantenere le sue origini e le sue tradizioni… Almeno finchè non ci penserà la generazione successiva a dimenticare qualcosa… C’è un momento della storia in cui Peter Clemenza un fedelissimo della famiglia deve cucinare durante un’emergenza e parla di come preparano le polpette al sugo… E allora viene naturale concludere con questo piccolo ricordo di un grande film, sicuramente uno dei più grandi dell’ indimenticabile carriera di Marlon Brando.
POLPETTE AL SUGO
INGREDIENTI per 4 persone: Carne bovina o suina tritata 500 grammi, mollica di pane grammi 100, pepe a piacere, sale quanto basta, prezzemolo tritato 2 cucchiai, aglio 3 spicchi, noce moscata 1 pizzico abbondante, 3 uova, pecorino grattugiato 50 grammi, parmigiano grattugiato 50 grammi, basilico fresco 5 foglie e, 1 cipolla, la scorza di 1/2 limone tritata finemente, olio extra vergine di oliva 5 cucchiai,1 cipolla, latte 1/2 di bicchiere
PREPARAZIONE: Spezzettate la mollica di pane e mettetela a bagno nel latte. Mettete in una ciotola la carne tritata, strizzate dopo alcuni minuti il pane dal latte e aggiungetelo alla carne sbriciolato, proseguite aggiungendo il parmigiano, il pecorino, il prezzemolo, le uova, il sale, il pepe, la noce moscata,la scorza del mezzo limone. Impastate tutti gli ingredienti e cominciate a preparare il sugo ponendo in una casseruola l’olio,la cipolla a fette e l’aglio tritato. Lasciate cuocere lentamenye e poi versate il sugo di pomodoro, aggiustate di sale e fate cuocere a fuoco medio. Mentre il sugo si cuoce con l’impasto formate delle polpette con circa 10 grammi ciascuna e inseritele nella casseruola del sugo con delicatezza. Lasciate consumare per circa 30 minuti e qualche minuto prima di togliere dal fuoco aggiungete il basilico fresco. Si servono calde. Dopo qualche ora dalla cottura, se nuovamente riscaldate, avranno acquistato più sapore.