Le primarie del Pd fanno cartello

Creato il 05 novembre 2012 da Albertocapece

Bene, non c’è più bisogno che vi affanniate a seguire l’iter per andare a votare alle primarie del Pd, è già tutto stabilito: “se diventerò presidente del Consiglio, darò un posto da ministro a Renzi”  ha detto Bersani a Torino. Ora delle due l’una o Pierluigi “è asciuto pazzo” e davanti ai nostri occhi sta tentando un  suicidio, oppure si è lasciato disinvoltamente scappare i termini di un accordo da proporre o forse già raggiunto, non solo tra i due contendenti, ma tra le costellazioni di potere che li appoggiano. L’altro giorno ho scritto che il dilemma proposto dalle primarie Pd per il futuro del Paese è tra l’essere entusiasticamente di destra con Renzi o rassegnatamente di destra per necessità con Bersani. Ma alla luce dell’offerta bisogna dire che probabilmente le differenze sono ancora più piccole e sfumate:  la battaglia si svolge più sul campo delle poltrone che su quello delle idee o delle anime o dell’anagrafe. Anche se, ne sono sicuro, qualche vecchio squalo di corridoio sarà disposto a dire che si è trattato di una furbata del segretario per sterilizzare la “novità” di Renzi.

Così la bizzarra proposta di Flores D’Arcais, quella di votare Renzi per scardinare il partito e liberare così il voto progressista dalla palla al piede dei centristi, si rivela il frutto di una straordinaria ingenuità che non tiene conto del teatro dei pupi con il quale abbiamo a che fare. Bersani si assicura la vittoria e la candidatura a premier mentre Renzi si lancia sul piano nazionale fuggendo da Firenze dove lascia un mucchio di debiti e di cose insolute. Entrambi a guardia dell’agenda Monti il cui fallimento è certificato proprio oggi dall’Istat. Ma lo chiede l’Europa, lo chiedono le banche, lo chiede la Merkel, lo chiede la Bce e in un modo o nell’altro, magari con qualche ritocco alla legge elettorale, com’è accaduto in Grecia, si farà in modo far credere che lo vogliano anche gli italiani. Con tanto di primarie che adesso rassomigliano a un ticket piuttosto che a uno scontro: la concorrenza ha lasciato posto al cartello.


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