Le prime impressioni che riceviamo dalle persone non sono sempre quelle giuste. Questa affermazione semplice e da tutti sperimentata innumerevoli volte, viene in genere recepita nel senso negativo. Quello che tendiamo a dire in quel caso, è che spesso ci facciamo una pessima idea degli altri, salvo poi cambiarla quando ci dimostrano di essere migliori di quello che crediamo... Può però purtroppo avvenire il contrario. Credo che fondamentalmente in questo caso sia più difficile accettare il proprio sbaglio. In fondo quando ci accorgiamo che uno è peggio di quello che ci aspettassimo, significa che ci ha deluso. Difficile separare il fastidio per il proprio errore da quello per un torto o un'azione sgradita e che ha gettato nuova luce sulla persona.
In genere sono molto guardingo quando conosco qualcuno. Mantengo il mio giudizio in sospeso per un pò prima di farmi conquistare da bei modi e azioni a volte indecifrabili o per condannare alle fiamme dell'inferno la persona in questione... Mi sembra un comportamento equilibrato, saggio addirittura e anche motivato dall'esperienza. La mia naturale tendenza è a dare una possibilità. Non è né un merito né una condanna. A volte pero' il giudizio inevitabilmente sospeso, è fin troppo benevolo. E cosi' ecco che mi ritrovo a dover dire di aver preso una cantonata devastante.
A valle di tutto cio', c'è pero' il discorso del vantaggio di quelli che riescono a emergere positivi dopo i primi mille metri di maratona. Spesso ce li si ricorda con ammirazione perchè magari non si guarda tutta la gara e le loro performance successive, ma si punta su di loro troppo presto. E' solo l'aver visto un paio di olimpiadi che ci dice che queste lepri non sono cosi' fantastiche, perchè dopo il loro sprint che serve a sfiancare un po' tutti, non concluderanno il percorso e non vedranno il nastro dell'arrivo. Questa complicata metafora per dire che c'è gente che riesce a confondere gli altri con una bella faccia, salvo poi rivelarsi in seguito profondamente inutile. Peccato che nel frattempo in molti (troppi) casi, essi siano riusciti a incantare e a ottenere dei benefici di cui sapranno magari godere, ma che non sono utili per altri che per se stessi...
Ed ecco quindi l'importanza di un breve colloquio di lavoro, di un simpatico incontro fortunato per quelli che rimangono facilmente impressi per qualche loro caratteristica non necessariamente cosi' importante. Per quelli normali, per quelli che escono alla distanza perchè sono persone ottime, ma di sicuro non obbligate ad avere lo scatto di Usain Bolt, resta molto spesso poco spazio. Non è giusto. Ma con le scarse opportunità di oggi, con i frullatori mediatici cui siamo abituati, con quegli istanti pietosi e compressi che possiamo concedere agli altri, chi puo' salvarci dalle prime impressioni? Non lo so, eppure credo che dobbiamo incessantemente lottare per trovare il tempo di osservare e decidere su chi puntare per il nostro futuro.
Solo il tempo è un vero saggio...
Magazine Talenti
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