Vengono a Roma in aereo, nave, treno, pullman, autostop. Vengono a piedi. Vengono in cerca di successo, speranza, Dio. Vengono a Roma per l'arte, la Roma antica, i musei, le mostre, la storia. Vengono a Roma perché è la Città Eterna.
Vengono in cerca di lavoro. Vengono per studiare e poi per trovar lavoro. Vengono. "E per fortuna che vengono" dice il vecchio soldato romano di fronte al Colosseo. "Ahò, e daje, ragiona: se non venissero, chi ce li avrebbe i sordi pe' manna' avanti 'a capitale?"
Lui è uno che ha capito, uno dei pochi di quell'età che ha capito: senza questa gente che circola, che fa girare soldi, qui non avremmo niente. Niente di niente. Mura che si sgretolano.
Vengono a Roma per il potere.
Vengono a Roma per sentirsi artisti.
Vengono a Roma per giocare o per spacciare. Ma alla fine bisogna ammetterlo, l'importante è che vengano. Tutti.
"Buongiorno, buongiorno!"
I turisti non si lasciano impressionare, è solo un tizio vestito da romano di fronte al Colosseo.
Una signora americana in shorts nonostante l'inverno, si sofferma. Il romano le guarda le mastodontiche cosce e sgrana gli occhi cercando di non mostrare tutto il disappunto che prova. "Signo', se faccia 'na foto cor mejo gladiatore de Roma."
" Gladiator?" si rivolge al marito. " Isn't he a centurion? "
Mado' che cosce, pensa l'uomo, 'sta foto verrà male.
Zap, zap. Un paio di foto ed è fatta, soprattuto perché il marito della signora è stufo di ripetere la stessa azione in ogni momento per tutta la vacanza.
"Ahó, do' annate?" La coppia si volta. "Uno, du' spicci" fa l'uomo facendo segno con l'indice e poi la V con indice e medio.
Il marito della donna scuote la testa. Tira fuori un paio di spiccioli dal taschino piccolo dei jeans e glieli dà.
L'uomo fa un inchino. "Grazie, grazie."
Quando il professor Ricciardi dell'università Cattolica ha condotto uno studio che diceva "Roma è seconda solo a Oslo per quantità di spazio verde a disposizione dei cittadini, ben 131,7 metri quadri per abitante [...] La Capitale norvegese ha solo mezzo milione di abitanti, quindi si può affermare che la nostra è la più verde al mondo", nessuno ci ha creduto.
Poi qualcuno si è scollato dalla tv o dallo smarthphone, ha alzato gli occhi durante una passeggiata e ha pensato: Forse sì, forse ha ragione.
Clarissa queste cose non le sa. Per lei che viene da fuori, dall'Abruzzo, Roma è solo frenetica. Non fa in tempo a seguire una lezione, che quella successiva inizia. Classe dopo classe, da una parte all'altra della cittadella universitaria, e spesso anche oltre. La Sapienza è forse il posto più disorganizzato sulla terra, sarà perché ha più di 700 anni.
Tra i grigi palazzi, davanti a una serranda alzata a tre quarti, una decina di ragazzi attendono. Tra uno sbadiglio e una stiracchiata, vengono chiamati all'interno uno alla volta. Qualche nome e poi è il turno di Clarissa.
"Ciao!" le dice una ragazza abbronzata in inverno come fosse estate. "Tu sei la sostituta di Claudia, ve'?"