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Le punte del Sud (seconda)

Creato il 09 agosto 2010 da Patriziacaffiero

alice

Ai sogni non si accreditano grandi poteri taumaturgici e creativi, sono considerati come stati deboli sotto protettorato, trattati come bambini ignari.

Invece. Ho sentito versi strazianti declamati da un sogno; ho provato certe filature inedite di colore;
e stanotte la sua mano sinistra era completamente aperta sulla mia schiena nuda, come la mano di Véronique sopra il parabrezza nel finale del film autobiografico di Kieslowski, che scelse la provocazione del cuore, si proibì di invecchiare ad ogni costo.

Ieri mattina con Luisa e Didi stazionavamo felici fra cabine abbandonate verniciate con colori greci; il set di Betty Blue vent'anni dopo.

La salumeria del villaggio era una vecchia stanza piena di scaffali consunti dal sale marino.
Quattro signori sedevano a chiacchierare in fondo distesi sulle sedie, come se si fosse al bar.
Mare setoso e turbolento, indaco scuro.

Eumenidi

Un cane tristissimo disegnava l'angolo della piazza minuscola.

Una chiesa moderna tagliava in due la strada, con le sue misteriose inferriate di anodizzato, le sue banalità di prospetti con geometria irrispettosa del paesaggio brullo, sghembo, arido, di una bellezza superiore, arricciata, sospesa, gettata di dadi di masserie, piccole casette di mattoni tirati su a secco.

Superiore, che non invita a prenderla o a guardarla, chiusa in sé, nelle sue incavature.
Faccia molta attenzione chi crede di possederla.

Stamattina si è annunciato con il Vento.
Il numero del biglietto di ritorno è il più sinistro delle ghematrie.
Aria di morte, insomma.
Che si può sfruttare come il vento migliore per fare agire la vela già puntata verso Nord.

betty blue

E' venuto in sogno, quindi, con la sua bellezza indifesa e inutile.
Forse, si sente solo.
Forse, sta guardando il mare.

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