Le ragioni del cuore di Maria MasellaLeggereditorePrezzo ebook: € 4,99
“1853. Era sera, una limpida e fredda sera di novembre. Ma l’uomo sembrava non accorgersi della tramontana che, preso d’infilata il vicolo – il carrugiu, come lo chiamavano a Genova –, sembrava un muro compatto contro i nuovi arrivati. La lunga giacca da marinaio sbottonata sulla camicia senza colletto non era la tenuta più adatta per una giornata simile, ma lui sembrava non accorgersene. Camminava veloce, incurante delle occhiate delle donne, con la sua sacca buttata di traverso sulla spalla.”
L’uomo solitario che si addentra tra i caruggi è Bruno Damiani, condannato in contumacia, tornato clandestinamente in Italia per scovare l’assassino di una giovane donna a lui molto cara. Fingendosi un semplice operaio, troverà lavoro in un cantiere navale della Riviera di Levante, dove rimarrà folgorato da Nora, la nipote del vecchio proprietario. I due giovani saranno travolti dall’amore, ma nubi oscure s’innalzano all’orizzonte, e graveranno sulla loro relazione...
Dio che meraviglia! Bello bello bello. Vi avviso che questa recensione (che parola grossa) sarà scritta di pancia, ancora immersa nelle brume della trama. Letto d’un fiato, mi sono innamorata da subito dello stile e dei personaggi.
Prima di addentrarci nel merito della storia e dei personaggi devo contestare per una forte nausea da mal di mare!
Mal di mare? E perché? Forse perché il mare è molto presente nel romanzo?
No, per niente. Piuttosto quando apro un libro mi aspetto di rilassarmi in poltrona, non seguire una partita di tennis.
Sei sicura di stare bene? Mal di mare… partita di tennis, mi sembra tu stia delirando per la febbre, va be’, dunque dove ero rimasta?
Non so se riuscirò a spiegare come mi sono sentita dall'inizio alla fine del romanzo, senza mai staccare, senza uscire dalla storia, sempre sul personaggio.
Sei tu che sei tanto innamorata della proffa da non realizzare più nulla. Comunque, a differenza tua, io ho dovuto fermarmi spesso, tornare su tante frasi, rileggere molti pezzi, perché il cambio continuo e veloce di punto di vista mi disorientava.
Ma che stai dicendo? Io non ho avuto nessuna difficoltà. Adoro lo stile della Masella: semplice, diretto e privo di orpelli; come i suoi personaggi taciturni, ma dei quali riesci sempre a conoscere i pensieri. Ero così concentrata nella lettura da non ricordare dove mi trovassi e che ora fosse, vedevo scorrere tutto come in uno sceneggiato, immaginavo ambienti protagonisti e comparse, ero in loro, avvinta dallo stile essenziale della Profa (io preferisco chiamarla così!) che rivela il suo lato genovese. E devo farle i complimenti per la sensualità che ho percepito nella scena della prima volta tra Nora e Bruno, niente di esplicito, eppure mi sono venuti i bollori! Veramente in tutte le scene passionali tra loro si coglie la sensualità, Masella birichina...
I personaggi sono piaciuti anche a me, e anche l’atmosfera da sceneggiato patriottico, o le strade di Genova, il profumo del mare. Se non avessi dovuto leggere a tratti mi sarei divertita molto di più, ma il risultato finale mi ha comunque emozionato.
Uff… Li ho adorati tutti, sia i protagonisti, meravigliosi, che i comprimari, principali e non: il nonno Cesare Magni, lungimirante e tenero, e il popolo di Chiavari, gli operai e le donne del cantiere nautico, il Bacci in special modo, con il suo gesto distintivo, il portarsi le nocche alla fronte per salutare o assentire.
E che dire di Ravano, amico e rivale. Ho persino apprezzato la caratterizzazione della sciocchina e del cattivo. Perfino Remo, che non compare mai in prima persona, ha una sua peculiarità e importanza.
E Nora, la protagonista, tratteggiata in maniera mirabile, una diciottenne ancora ingenua e sognatrice all’inizio della storia, ma di cui riusciamo a scorgere la scorza tenace, che le permetterà di superare le difficoltà poste sulla sua strada dalla Masella, da perfida scrittrice qual è. Una giovane donna che, a un certo punto, si trova a dover dirigere un’impresa, circostanza non rara soprattutto in tempi di guerra (non dimentichiamoci che il periodo storico è quello dei moti di Indipendenza, di Mazzini e di Garibaldi, precisamente nel Regno di Sardegna nell’anno 1853).
I romanzi ambientati in Italia, soprattutto se parlano anche della classe lavoratrice e non solo di nobili snob e sfaccendati sanno farmi sognare, ma sogni concreti, perché questi uomini e queste donne meravigliosi erano qui fino a pochi anni fa… nascendo qualche annetto prima avrei potuto conoscerli. Anche se adoro vivere con il progresso e l’igiene contemporanea, certi valori in termini di onestà e coraggio mi affascinano.
Credo di poter dire che “Le ragioni del cuore” sia il romanzo che preferisco tra i romance della Masella, e pensare che mi era sfuggito nel 2002 quando fu pubblicato dalla Mondadori Edicola, ma all’epoca non leggevo le italiane, le ho scoperte solamente nel 2011 alla prima edizione fiorentina de La Vie en Rose.
Insomma, il succo della storia è che VOGLIO un Bruno Marras nella mia vita: concreto, forte e roccioso, oltre che bello, non dimentichiamocelo!
Eh... su questo non posso che concordare! Anche se alla mia veneranda età mi accontenterei di un Mr Hamilton.
Vuoi dire che, vista la mia età, dovrei accontentarmi del nonno Magni???
A parte che non lo vedrei come un pugno in un occhio, io mi ero solo identificata con la mia coetanea, Lady Follett (a proposito grazie Marri per il bel personaggio con questo nome). Comunque tu hai la coda di paglia.