Il sito di Demos (diretto da Ilvo Diamanti) ha curato una ricerca sulle recenti ragioni della protesta degli studenti.
POCHI FONDI E PRECARIATO LE RAGIONI DELLA PROTESTA
[di Luigi Ceccarini]
La scuola, l’università e la riforma Gelmini sono oggi temi al centro dell’attenzione (e della preoccupazione) degli studenti. Sono loro che hanno vissuto e subito le politiche di riforma dell’istruzione degli ultimi anni. Quando guardano al decennio passato – e ai continui interventi sui corsi di laurea nelle università o, nella scuola primaria, sul tempo pieno, sui maestri unici o prevalenti, sull’insegnamento della geografia e sui grembiuli – vedono un sostanziale peggioramento del sistema. E se guardano al futuro non ritengono che la situazione sarà migliore. Sono particolarmente arrabbiati e per questo si sono mobilitati, anche con occupazioni di grande impatto mediatico: sui tetti delle facoltà e sui monumenti nazionali di mezza Italia. Gli studenti e le famiglie con studenti, che vivono quotidianamente l’esperienza dell’istruzione pubblica, sono i più critici. E’ quanto emerge dall’ultima indagine Demos-Coop, che si è concentrata su questo tema proprio nei giorni in cui la riforma è in corso di approvazione in Parlamento. Il primo problema degli atenei, secondo gli studenti universitari, è il collegamento con il mondo del lavoro (38%, +16 punti percentuali rispetto alla media). Aspetto non da poco quando la precarietà e l’incertezza fanno da sfondo al presente e da prospettiva al futuro. La scarsa qualità dei docenti viene sottolineata solo da una minoranza degli universitari (3%). Anche se quasi nove su dieci ritengono che i professori andrebbero valutati e i migliori premiati. Ma i dati, nell’assieme, mostrano un malcontento diffuso, riacceso dal dibattito sulla riforma. L’indagine fa osservare che il 66% degli universitari e il 75% dei liceali si ritiene d’accordo con la protesta, ben più di quanto si registra tra gli italiani (55%). Le occupazioni piacciono di più ai liceali (74%) e meno agli universitari (46%), che appaiono più divisi rispetto a questo specifico atto di protesta. La protesta per la mancanza di fondi destinati alla ricerca è ampiamente condivisa: 90% degli universitari, 84% dei liceali e 81% dei cittadini. I liceali, nell’85% dei casi, ritengono che la scuola sia peggiorata nell’ultimo decennio, ben più di quanto si registra tra gli universitari (60%) o nella popolazione (69%). Sono più critici verso la scuola, anche perché la conoscono, visto che la stanno attualmente frequentando. Per quanto riguarda l’università si osserva un comune sentire tra studenti e cittadini. In sei casi su dieci ritengono che l’accademia negli ultimi dieci anni abbia vissuto una fase di declino. Tuttavia, anche la riforma, agli occhi degli studenti e delle loro famiglie, non porterà a miglioramenti nel sistema dell’istruzione. Infatti, il 70% dei liceali ritiene che la scuola peggiorerà. Il 73% degli universitari lo pensa per gli atenei. Anche il 60% dei genitori degli studenti la vede in questo modo, sia per la scuola che per l’università. Un’angoscia per tutti: giovani e loro genitori. Solo nelle famiglie dove non vi sono studenti questa preoccupazione si riduce a poco più del 40%. Un dato comunque non trascurabile.
NOTA METODOLOGICA
L’Osservatorio sul capitale sociale è realizzato da Demos & Pi in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori) e la partecipazione del LaPolis – Univ. di Urbino per la parte metodologica e di Medialab – Vicenza per quella organizzativa.
L’indagine è curata da Ilvo Diamanti, Luigi Ceccarini con la collaborazione di Ludovico Gardani per la parte metodologica (LaPolis, Univ. di Urbino) e Filippo Nani (Medialab, Vicenza) per quella organizzativa. Martina Di Pierdomenico ha collaborato all’impostazione dell’indagine e ha curato l’analisi dei risultati.
Il sondaggio è stato condotto da Demetra (sistema CATI, supervisione di Claudio Zilio) nel periodo 01-03 dicembre 2010. Il campione intervistato (N=1032) è rappresentativo della popolazione italiana con 15 anni e oltre per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza.
Documento completo su www.sondaggipoliticoelettorali.it