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Le ragioni della protesta studentesca.

Creato il 10 dicembre 2010 da Mdeconca

Il sito di Demos (diretto da Ilvo Diamanti) ha curato una ricerca sulle recenti ragioni della protesta degli studenti.

POCHI FONDI E PRECARIATO LE RAGIONI DELLA PROTESTA
[
di Luigi Ceccarini]
La scuola, l’università e la riforma Gelmini sono oggi temi al centro dell’attenzione (e della preoccupazione) degli studenti. Sono loro che hanno vissuto e subito le politiche di riforma dell’istruzione degli ultimi anni. Quando guardano al decennio passato – e ai continui interventi sui corsi di laurea nelle università o, nella scuola primaria, sul tempo pieno, sui maestri unici o prevalenti, sull’insegnamento della geografia e sui grembiuli – vedono un sostanziale peggioramento del sistema. E se guardano al futuro non ritengono che la situazione sarà migliore. Sono particolarmente arrabbiati e per questo si sono mobilitati, anche con occupazioni di grande impatto mediatico: sui tetti delle facoltà e sui monumenti nazionali di mezza Italia. Gli studenti e le famiglie con studenti, che vivono quotidianamente l’esperienza dell’istruzione pubblica, sono i più critici. E’ quanto emerge dall’ultima indagine Demos-Coop, che si è concentrata su questo tema proprio nei giorni in cui la riforma è in corso di approvazione in Parlamento. Il primo problema degli atenei, secondo gli studenti universitari, è il collegamento con il mondo del lavoro (38%, +16 punti percentuali rispetto alla media). Aspetto non da poco quando la precarietà e l’incertezza fanno da sfondo al presente e da prospettiva al futuro. La scarsa qualità dei docenti viene sottolineata solo da una minoranza degli universitari (3%). Anche se quasi nove su dieci ritengono che i professori andrebbero valutati e i migliori premiati. Ma i dati, nell’assieme, mostrano un malcontento diffuso, riacceso dal dibattito sulla riforma. L’indagine fa osservare che il 66% degli universitari e il 75% dei liceali si ritiene d’accordo con la protesta, ben più di quanto si registra tra gli italiani (55%). Le occupazioni piacciono di più ai liceali (74%) e meno agli universitari (46%), che appaiono più divisi rispetto a questo specifico atto di protesta. La protesta per la mancanza di fondi destinati alla ricerca è ampiamente condivisa: 90% degli universitari, 84% dei liceali e 81% dei cittadini. I liceali, nell’85% dei casi, ritengono che la scuola sia peggiorata nell’ultimo decennio, ben più di quanto si registra tra gli universitari (60%) o nella popolazione (69%). Sono più critici verso la scuola, anche perché la conoscono, visto che la stanno attualmente frequentando. Per quanto riguarda l’università si osserva un comune sentire tra studenti e cittadini. In sei casi su dieci ritengono che l’accademia negli ultimi dieci anni abbia vissuto una fase di declino. Tuttavia, anche la riforma, agli occhi degli studenti e delle loro famiglie, non porterà a miglioramenti nel sistema dell’istruzione. Infatti, il 70% dei liceali ritiene che la scuola peggiorerà. Il 73% degli universitari lo pensa per gli atenei. Anche il 60% dei genitori degli studenti la vede in questo modo, sia per la scuola che per l’università. Un’angoscia per tutti: giovani e loro genitori. Solo nelle famiglie dove non vi sono studenti questa preoccupazione si riduce a poco più del 40%. Un dato comunque non trascurabile.

Le ragioni della protesta studentesca.

Le ragioni della protesta studentesca.

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Le ragioni della protesta studentesca.

Le ragioni della protesta studentesca.

Le ragioni della protesta studentesca.

NOTA METODOLOGICA

L’Osservatorio sul capitale sociale è realizzato da Demos & Pi in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori) e la partecipazione del LaPolis – Univ. di Urbino per la parte metodologica e di Medialab – Vicenza per quella organizzativa.
L’indagine è curata da Ilvo Diamanti, Luigi Ceccarini con la collaborazione di Ludovico Gardani per la parte metodologica (LaPolis, Univ. di Urbino) e Filippo Nani (Medialab, Vicenza) per quella organizzativa. Martina Di Pierdomenico ha collaborato all’impostazione dell’indagine e ha curato l’analisi dei risultati.
Il sondaggio è stato condotto da Demetra (sistema CATI, supervisione di Claudio Zilio) nel periodo 01-03 dicembre 2010. Il campione intervistato (N=1032) è rappresentativo della popolazione italiana con 15 anni e oltre per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza.
Documento completo su www.sondaggipoliticoelettorali.it


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