Continua l’escalation di tensione tra Nord Corea e Stati Uniti e continuano le analisi e i pareri degli esperti sulle vere ragioni di questa tensione, che potrebbe portare anche a un conflitto aperto.
Nonostante le minacce concrete, con lo spostamento sulla costa di un missile, molti analisti ritengono che la Corea del Nord non abbia le capacità tecniche per lanciare una testata nucleare contro il territorio degli Stati Uniti. I testi su un missile a lungo raggio condotti l’anno scorso dai nordcoreani potrebbe essere stato semplicemente un mockup, secondo James Hardy, redattore del IHS Jane’s Defence Weekly per l’Asia e il Pacifico, è accertato come essi possiedano missili a corto e medio raggio, armabili con testate nucleari e che, nel peggiore dei casi, potrebbero raggiungere il Giappone.
Secondo il Telegraph ci sono due scuole di pensiero sull’atteggiamento che la Corea del Nord sta tenendo: una reazione proporzionata alla retorica che emana dal regime di Pyongyang, di contrasto però con un leader giunto al potere da poco e giovane (30 anni circa), che vuole testare le reazioni del suo vicino e quelle della comunità internazionale. La seconda invece vede nelle violente azioni recenti del regime un cambiamento di rapporto tra l’élite militare nordcoreana e il nuovo leader, in netta opposizione alla politica più “opaca” e di basso profilo dei tempi di Kim Yong Il.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, alcuni ritengono che l’opzione migliore sia di fare tutto il possibile per abbassare i toni: “We are trying to turn the volume down” (“stiamo cercando di tenere il volume basso” ha detto qualche giorno fa un ufficiale del Dipartimento della Difesa; “noi accusiamo i nordcoreani di alzare continuamente la tensione, ora siamo preoccupati di non fare lo stesso”, ha aggiunto un altro membro del Dipartimento, mentre il portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland ha negato che si sia stato un cambiamento dei toni, difendendo l’operato e le risposte all’escalation degli Stati Uniti. Stati Uniti che intanto proseguono nel dispiegamento difensivo (e offensivo) per intervenire in caso di attacco missilistico, riservandosi il maggior numero di opzioni militari possibili in caso di improvviso precipitare degli eventi.
Articolo di Silvio Carnassale.