Bruno Elpis
Un romanzo giovane, scritto da un giovane, contro pregiudizi vecchi come il mondo. Gli stessi dei quali si è parlato anche in occasione della recente morte di un grande cantante come Lucio Dalla.
E allora anche la lettura del romanzo fresco fresco di Lorenzo Di Silvestre è un’opportunità per levare una semplice domanda dal variegato mondo della cultura, quel mondo che si auspica sia il più aperto e liberale della nostra società: perché una persona non deve essere valutata per quello che è? E perché una persona non può fare quello che vuole – ovviamente senza delinquere – senza essere giudicata?
Ma mi sto rendendo conto che la mia filippica c’entra poco con la storia di Danilo, il protagonista del romanzo: uno stilista neo diplomato che è un personaggio leggero, ironico, estroverso. Che vive le sue amicizie e i suoi amori con naturalezza e spontaneità. Senza risparmiarsi emozioni, investendo tutte le sue migliori energie.
Quella di Danilo, in fondo, è la storia di tutti i giovani che, terminata la scuola, si accingono a entrare nel mondo del lavoro, con la migliore disposizione d’animo e con l’entusiasmo dei vent’anni. Salvo scontrarsi subito con le resistenze degli adulti, con i loro preconcetti e con la loro scarsa flessibilità.
Dopo una fase iniziale nella quale tutto sembra andare per il meglio, Danilo si ritrova in un momento a perdere – nell’ordine – due amanti, l’amica e confidente di sempre, Lola e… il lavoro appena conquistato.
Ma poi, con altrettanta naturalezza, il nostro intrepido ritrova, con una semplice operazione psicologica, in sequenza: un cane, un’esperienza di lavoro che gli può servire, ottimismo, sorriso e … l’amica del cuore. E scusate se è poco (parlo soprattutto dell’ottimismo)!
Ma il titolo del romanzo, cosa c’entra in tutto questo?
Il vento del titolo è forse la forza che spazza via in un sol colpo tutto quello che Danilo sembrava aver trovato in un momento fortunato della sua vita?
Nossignori. Il titolo nasce da un’osservazione elementare durante un gioco tra innamorati: “Sulla terra ognuno ha la possibilità di non essere solo, di stare con qualcuno.”
Questo almeno in potenza. Tuttavia, ciò non vale per il vento:
“Invece il vento no. Se soffia la tramontana, non può soffiare lo scirocco. Se soffia il libeccio, non può soffiare il maestrale. Insomma il vento è destinato a soffiare da solo per sempre.”
Anche questo, non c’è che dire, è un punto di vista rivoluzionario. Per lo meno per chi vedeva nel vento una metafora della libertà. Come …