Nella Venezia della Repubblica la festa era come un fiume in piena da cui tutti venivano trascinati quasi in un mondo irreale anche per l’uso della maschera, fabbricata dai “mascareri”, che sembra essere stato importato da Costantinopoli, nel 1204, dal doge Enrico Dandolo.
Ricchi e poveri, illustrissimi e diseredati, arsenalotti e pescatori, cristiani, ebrei, uomini e donne sotto il travestimento potevano diventare altre persone e magari salire le scale di Palazzo Ducale salutando il serenissimo Doge.
La maschera veniva portata durante il Carnevale, ma anche durante altre feste straordinarie, in pratica tutto l’anno, ed il Governo intervenne più volte a regolarne le modalità come nel 1339, quando fu proibito alle maschere di circolare di notte, mentre nel 1539 fu vietato portare armi e agli inizi del 1600 di entrare mascherati nei parlatoi delle monache e nelle chiese.