Magazine Diario personale

Le Regole Generali che Carla Gozzi ti prego spostati.

Da Falento @bjo92
Non so se voi, mentre vi sentivate confusi&felici (e anche un po' su di giri causa il movimento turbinoso di testicoli che vi ha provocato quella gelata di fine Ottobre/inizio Novembre), vi siete per caso sintonizzati sul canale Real Time e lì, tra un triste armadio ed una sciatta comparsa, avete intravisto una signorina bionda bianca wannabe style coach vestita come un inquietante ibrido tra una segretaria un po' lasciva e Maria Montessori: ebbene, quella è Carla Gozzi, già passata alla storia per aver fatto da spalla ad un comico gay vestito con la tappezzeria del divano in un programma chiamato "Ma Come Ti Vesti?!". Lasciatemi dire che se non sapete chi è Carla Gozzi dovete farvi serie domande sulla vostra preparazione di trashitudine italiana, nota materia di studio nella quale io mi sono sempre distinto. E poi soprattutto non stupitevi se vi chiederò come stanno gli orsi che coabitano con voi nella caverna lassù in valle. Ecco, io qui, in questo cyberfoglio bianco, voglio fare un po' quello che lei sa far meglio: dare Regole Generali (cciuuro! Nel programma le chiama così) ad cazzum per non sfigurare in società o, più semplicemente, per strada.
1. Le infradito. Sono la piaga della stagione estiva, contro le quali io sto portando avanti una personale crociata (ma che sta raccogliendo numerosi proseliti). La loro origine francamente m'interessa un nonnulla, ma si dice che siano state inventate da un qualcuno di Nairobi che ha legato insieme una foglia di palma per fare un perizoma 100%eco per la sua bella; quest'ultima però, non capendo come dovesse essere indossata, se la mise al piede. E per di più ne pretese una uguale, di foglia, giacchè le scarpe spaiate mai nella vita (a proposito, IO LO So che tu almeno una volta nella vita hai indossato converse di diverso colore. Va' a chiuderti nell'armadio a piangere in posizione fetale). Forti dubbi igiuenici poi sorgono alle persone di buon senso quando vedono strani individui aggirarsi con le suddette calzature per il suolo cittadino: o volete per caso fare come gli svedesi che camminano a piedi nudi per gli alberghi? Io non credo proprio.
2. Le meches. Una mia cara amica ha definito (giustamente) le meches "Il cancro della società". Prima di tutto, Paola Marella non ha le meches, e qualunque tentativo di assomigliarle è vano, giacchè lei è Paola Marella e noi non siamo nessuno. Secondo: ma davvero tu ambisci ad avere i capelli striati wannabe Solange? E parlo del mago, qui. E se hai googlato il suo nome per cercare immagini relative, ti sarai già spaventato a dovere. Chè persino Geri dopo il periodo con le Spice se le è tolte (e forse è stata la cosa più sensata della sua vita. Poi si è messa a fare la solista...)
3. La biancheria intima in vista. Qui voglio condividere un'espressione molto efficace di mia nonna, che si riferisce alla biancheria intima con la locuzione "la biancheria segreta". E segreta deve rimanere. E' un concetto tramandato in Italia di generazione in generazione da donne forti, morigerate, pudìche e anche un po' rompipalle, ma sicuramente attente a quella cosa che, sfortunatamente, si sta perdendo e viene ritenuta senza valore: l'etichetta. E quindi, se io vedo il reggiseno nero pizzato che spunta dalla camicetta un po' scollata, puoi biasimarmi se ti penso zoccola? E i giochi di Afrodite quando li fai se mostri già a tutti cosa contiene la tua finta coppa D? E il piacere della scoperta? E l'elastico della mutanda smandrappata che esce dal pantalone in denim lo trovi davvero sexy? Io no. Io invece trovo che ti dia un'aria goffa stile Gongolo che si è fatto la cacca addosso.

4. Il jeans bianco Premesso che sulle fanciulle è tollerato e a volte anche incentivato se questa è slanciata, ma sui fanciulli è la nemesi. L'apocalisse. La "O Fortuna Velut Luna" dell'abbigliamento; chè l'aria da bullo anni '90 non piace a nessuno. Ma veramente, ma io quando li vedo provo l'insaziabile desiderio di barcollare con un barile di passata di pomodoro nelle loro vicinanze; poi quando si tira fuori l'immancabile scusa "Bianchi così li trovo eleganti" suona tanto come un "vorrei ma non posso".
5. Il jeans ai matrimoni. Concessi fino diciamo 28 anni, poi iniziano a diventare anche loro un "vorrei ma non posso" della serie "mi sento ancora un ragazzino". Eh, però non lo sei. Tipo dovresti iniziare ad assumerti le tue responsabilità, tipo un abito serio per un matrimonio. Anche questa è una regola che arriva dalle nonne di cui sopra, le quali hanno una precisa enciclopedia tribale non scritta di ciò che bisogna fare e non fare a questo tipo di eventi. E serio non vuol dire noioso, perchè anche se ti vesti come Mario Monti nonostante i tuoi 28anni io mi sento legittimato a ritenerti un pirla.
6. Il calzino bianco alla caviglia. E su questo non sprecherei nemmeno troppe parole, visto che è lampante la sua imperdonabilità.
7. L'ombretto fino all'arcata sopraccigliare. Se è colorato sembrate Moira Orfei, se è nero sembrate delle panda. Scegliete a quale specie zoologica delle due assomigliare... Ad Halloween/serata in maschera/carnevale ovviamente è concesso (ma in quelle occasioni potete anche vestirvi da Nicole Minetti e nessuno vi dirà nulla).
8. Il collant color carne. Signorina, mi può dire quanto manca all'atterraggio? Già che è qui...cuscino,coperta e tappi, che il mio vicino continua a russare.
9. Le spalline trasparenti in silicone dei reggiseni: Una breaking news: si vedono. Non te n'eri accorta? MA DAVVERO? Ma allora sei grave. Apparte che di questo ne ho già parlato a sufficienza nel precedente post, ma è sempre bene ribadirlo. E , siccome dall'alto della mia magnificenza posso anche essere magnanimo (non chiedetevi dove stia la logica in questa frase: non ne vale la pena), voglio darvene un'altra, di breaking news: hanno inventato già da tempo i reggiseni senza spalline. E anche gli abiti con le coppe preformate.
Direi che ho finito la dose di veleno simpatia per oggi. Ovviamente a nessuno frega un emerito cavolo se voi non li reputate errori; per quanto mi riguarda potete continuare a vestirvi come avete sempre fatto. E nemmeno a me, che vivo bene lo stesso. Eppoi di brutte cose ne vedo tante in giro ma alla fine non dico niente perchè voglio vivere e non voglio occhi neri (e non per l'ombretto); al massimo ai miei conoscenti dirò solo qualche battuta che porterà una bella risata come conclusione.
Ah, potrei andare avanti ORE con l'elenco, ma sono stanco e soprattutto poi diventa troppo lungo e la sua carica umoristica si perde e divento noioso come Licia Colò quando parla dei lupi della Sila.

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