ROMA – Le ricette anti-crisi sono all’insegna delle verdure di stagione. E così cresce il numero di chi si fa il proprio orto. Sono 2,7 milioni gli hobby-farmer, il 5,3% della popolazione adulta, secondo l’Osservatorio sull’agricoltura amatoriale promosso nel 2012 da Nomisma. A questa nutrita schiera di contadini per passione si sta aggiungendo il crescente numero di chi coltiva terreni in aree urbane di proprietà comunale. Si tratta di un fenomeno in espansione negli ultimi dieci anni
A incidere nell’aumento di città aderenti la crisi economica: coltivando orti urbani non solo si risparmia ma si ottengono prodotti a ‘centimetri zero’ che offrono freschezza e qualità. La coltivazione in gruppo di aree verdi ha molti benefici: rappresentano un’occasione per le amministrazioni comunali di recuperarearee abbandonate e degradate, rendendole ordinate e produttive, e per gli anziani costituiscono anche un momento di aggregazione e partecipazione alla vita sociale, con possibilità di scambio con i giovani.
Un caso di successo è costituito dal Comune di Livorno dove è stato progettato un modello di orti sociali pionieristico: tra l’ottobre del 2004 e il maggio del 2005 sono stati realizzati 227 orti di cui 10 riservati per casi sociali rilevanti, 7 alle scuole e 210 assegnati in base al solo criterio dell’età anagrafica.Inoltre, prediligere un’alimentazione con piante aromatiche, frutta e ortaggi previene anche molte patologie sia infettive sia degenerative. L’Italia spicca per l’enorme varietà di erbe aromatiche: si va dal rosmarino al timo, dal coriandolo al dragoncello, dalla salvia al peperoncino. Ciascuna di esse è un piccolo ‘farmaco’, se utilizzato regolarmente in cucina. Una dieta che, oltre che benefica, risulta particolarmente appetitosa.