Di Oreste Cirillo. “Sulla partita delle riforme siamo a un passo dalla chiusura, inutile infilarci in un dibattito sul presidenzialismo. Sulle riforme ora bisogna completare il percorso su cui c’è accordo, per cui aprire la questione del presidenzialismo è inopportuno e intempestivo “. Così si esprime il premier, Matteo Renzi, riguardo la richiesta di, Silvio Berlusconi di riportare il tema dell’elezione diretta del capo dello stato al centro dell’agenda. “Attualmente il capo dello Stato – ha precisato l’ex cavaliere – è deciso dai segretari di partito a seguito di molti contrasti e compromessi in una stanza chiusa che io ho visto solo da fuori. A volte è deciso di notte e perciò con le idee non chiarissime…”.Fortunatamente lo stesso Berlusconi ha affermato che l’accettazione del presidenzialismo non è “assolutamente una conditio sine qua” non per chiudere l’accordo sul Senato e sul Titolo V.
Si continua così con le riforme. Quella del Senato è arrivata ad una “svolta” e, alla fine, anche sul punto più complicato, ossia la composizione della nuova assemblea, si è trovata una soluzione. Anche per Giovanni Toti “L’accordo è vicino”. Il nuovo Senato della Repubblica ha recuperato molte funzioni – manterrà infatti la competenza sulla legislazione regionale, europea, elettorale e costituzionale; inoltre co-eleggerà il presidente della Repubblica, il Csm ed i giudici costituzionali – ma non potrà dare o togliere la fiducia al governo né legiferare sul bilancio dello stato. Riguardo la composizione sarà formato da 1/3 di sindaci e 2/3 di consiglieri regionali. Sono tornati anche i senatori di nomina presidenziale – sebbene in numero ridotto e con mandato non più vitalizio ma di 7 anni.
L’ obiettivo di Renzi è quello di arrivare al voto finale in commissione entro il 2 luglio, prima di avviare il semestre italiano di presidenza a Bruxelles. Per il premier “Questa partita in casa ci consentirà di vincere anche la partita in Europa”. E questo obiettivo sembra raggiungibile, della stessa opinione è anche il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio che a Otto e mezzo ha annunciato che “Ormai c’è una consolidata condivisione” sul superamento del bicameralismo perfetto e “sull’elezione indiretta dei senatori. L’elezione indiretta serve per avere istituzioni leggere, che non si appesantiscono”.