di Timothy Bancroft-Hinchey
dal sito della Pravda (edizione inglese)
traduzione di Gianluca Freda
Ciò che è accaduto ieri notte a Londra – proprietà private date alle fiamme, distruzione senza freni, saccheggi e violenze generalizzate – è deprecabile ed inaccettabile. Ma non rappresenta forse una perfetta risposta inviata da Dio, a sottolineare l’ottusa ipocrisia con la quale i governi occidentali intendono e praticano la politica, soprattutto se dovessimo tracciare una linea di paragone con la Libia?
Proviamo dunque a tracciare un parallelismo e vediamo in che modo ne vengono fuori le autorità inglesi. Giovedì, la polizia britannica ha ucciso un uomo su una strada cittadina. C’è stata un’escalation della tensione per tutto il venerdì e poi, sabato sera, 300 giovani si sono radunati fuori da una stazione di polizia della zona di Tottenham per una manifestazione pacifica, la quale è però sfuggita di mano nel momento in cui alcuni membri del gruppo provenienti da altre zone di Londra e da altre città hanno iniziato a imperversare per le strade, appiccando il fuoco ad edifici ed autoveicoli mentre si scatenavano nel saccheggio.
Ora immaginiamo che per alcuni mesi – no, meglio anni, ripeto, anni – alcune potenze straniere avessero armato e finanziato non 300, ma almeno 30.000 (trentamila) fanatici islamisti, i quali, equipaggiati con mitragliatrici, carri armati, artiglieria e munizioni antiaeree, avessero scatenato il caos a Londra, Manchester, Liverpool e Bristol. Se la polizia britannica ha ammazzato un ragazzo a Tottenham, se nel 2007 ha ammazzato il brasiliano Jean Charles De Menezes soltanto perché, ehm… “aveva un aspetto asiatico”, che cosa avrebbe fatto di fronte a 30.000 delinquenti scatenati? Beh, secondo i criteri del governo britannico, praticamente nulla: sarebbe semplicemente rimasta a guardare, perché “il popolo stava compiendo le sue scelte”.
Quindi, perché fare tanto baccano per i fatti di Tottenham? Però un momento: la polizia ha invece reagito contro civili disarmati! E se l’omicidio di un civile è il risultato di due giorni di scontri che hanno coinvolto 300 persone, allora possiamo estrapolare la cifra di almeno 100 morti tra i civili fin dalle prime ore di un’ipotetica rivolta generalizzata, più o meno le stesse cifre che vengono adesso stimate per Bengasi, e nelle quali sono compresi anche i sostenitori di Gheddafi. Interessante.