Il sindaco Alemanno eletto ormai nel lontano 2008 ha inforcato la moto e seguito dalle telecamere si e’ fatto un giro per la citta’.
Al termine della sua ronda con opportuno casco nero ha dichiarato di avere visto troppe poche forze dell’ordine.
I commentatori della carta stampata hanno commentato: Alemanno comincia la sua campagna elettorale.
Mi chiedo.
1) Ma il sindaco in questi 3 anni dove ha vissuto? non e’ necessario prendere la moto ed inscenare questa pagliacciata. Basta andarsi a bere una birra a San Lorenzo dopo le dieci di sera ogni sera.
2) Il sindaco pensa che i romani abbiano l’anello al naso? Anche Alemanno si e’ messo a fare il giochino della destra che consiste nel fare opposizione quando si e’ al governo? Di chi diavolo e’ la colpa se la citta’ e’ ridotta in questo stato? Ed io non sono nemmeno tra quelli che da’ tutta la colpa alla attuale giunta e concordo sul fatto che una citta’ non diventa cosi’ in 3 anni.
Il tema vero che riguarda Roma e non una colore politico piuttosto che un altro e’ che Roma pensiamo di ri-costruire nel 2013.
Di fronte all’incapacita’ di Alemanno di governare alcuni equilibri e’ evidente che qualcuno spera di tornare al sistema precedente.
Convinti come siamo che Alemanno si sia ormai dato la zappa sui piedi (e lo penso anche io!) quasi tutto il centro sinistra romano sta rispolverando il vecchio sistema in attesa di poterlo riapplicare.
Piccola premessa. Quel sistema ha anche funzionato fino ad un certo punto. Ma come ogni cosa necessita’ della manutenzione e del ricambio. Se pensiamo davvero che torneranno a governare Roma gli stessi di prima o i loro fedeli (o solo loro), la citta’ resta ion pericolo perche’ continuera’ ad essere luogo di spartizione e non citta’ di uomini e donne.
Quel sistema che ha cercato di governare il cemento in cambio della costruzione di servizi. Spesso si sono alzati i palazzi e ci sono voluti anni per avere le strade. Vedere Muratella.
Quel sistema che non ha “diffuso”…o per lo meno ha smesso di farlo ad un certo punto.
Quel sistema di legami tra eletti ed associazioni sul territorio che non e’ stato sempre virtuoso.
Quel sistema abbracciato al potere che nella sua più perversa manifestazione (mio umile parere) ha creato dei grandi luoghi tematici concentrati (l’auditorium per esempio) dimenticando di “diffondere” nella citta’ la cultura.
Gia’. Io credo che a Roma le questioni da cui dobbiamo ripartire siano due: la questione morale (che abbraccia i rapporti con i palazzinari come con i finanziamenti a progetti e consulenze) e la cultura.
Cito fino alla nausea il modello torinese, un modello che ha distribuito a pioggia e in modo diffuso le risorse per “abitare” la citta’ creando un circuito virtuoso che ha alimentato l’imprenditoria giovanile e reso sicuri interi quartieri.
Quando sento Alemanno parlare di forze dell’ordine so che e’ un sindaco incapace e che si e’ arreso.
La nostra campagna elettorale parta da un’idea diversa di citta’. Prendendo le esperienze positive del modello precedente ma correggendo pesantemente le derive, immaginando il fiume abitato. I quartieri accesi. La musica ad ogni angolo. Le scuole aperte. I parchi puliti. L’immondizia ordinata. Le donne al sicuro. I gay fuori dai ghetti. I migranti sorridenti. Il rispetto delle regole per tutti. Tutti dai palazzi dei Parioli alle baracche. Pensiamo ad una citta’, non ad un corpo da abusare.
Quando si comincia?
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