I bambini sono scienziati per natura: curiosi e senza preconcetti, sono sempre pronti a fare nuove scoperte. Per loro, una nuova serie illustrata di Editoriale Scienza, con originali video interattivi!
Nuova settimana, nuovo tema per le letture di GiGi: a collegarle questa volta sono i destinatari, i bambini più piccoli in età pre-scolare, ai quali sono dedicati le storie, le figure, i fumetti e le canzoni che ci accompagneranno fino all’inizio delle vacanze estive.
Inauguriamo il tema con la nuova collana di Editoriale Scienza, Le scoperte di Bebo e Bice, ideata dal team di divulgatori di Tecnoscienza.it (dei cui libri precedenti vi ho già parlato qui, qui e qui) e illustrata da Francesco Zito.
I colori, progetto di Tecnoscienza.it, illustrazioni di Francesco Zito, Editoriale scienza 2015, 6,90€.
La caratteristica di Le scoperte di Bebo e Bice – prima pubblicazione con personaggi seriali della casa editrice – è la proposta di esperimenti adatti a bambini a partire dai 3 anni all’interno di storie illustrate. Le esperienze pratiche sono suggerite dagli eponimi personaggi, il verme Bebo e la pulce Bice, che se ne servono non per spiegare concetti astratti di chimica o fisica, ma per risolvere situazioni concrete.
Nel primo volume, I colori, i due amici vogliono aiutare il contadino Severino a tingere una zucca sbiadita del colore giusto. Non avendo a disposizione nulla per colorarla direttamente di arancione, Bebo e Bice s’ingegnano a trovare la giusta combinazione di ingredienti – siamo nell’orto, niente coloranti chimici! – per far brillare la cucurbitacea di un brillante arancio.
Se volete dare uno sguardo all’interno, per apprezzare anche i colori e le forme vivaci dei personaggi disegnanti da Francesco Zito, qui sotto trovate l’anteprima sfogliabile.
La catapulta, progetto di Tecnoscienza.it, illustrazioni di Francesco Zito, Editoriale Scienza 2015, 6,90€.
In La catapulta l’occasione per scoprire come funzionano le leve scaturisce da un gioco pieno di imprevisti: dopo essersi imbarcata su una foglia, fingendo di essere un pirata dei sette mari, Bice rimane senza remi in balia delle onde che agitano lo stagno. I suoi amici Bebo e Amedeo il ragno devono scoprire come ottenere la forza giusta per lanciarle un remo di emergenza: impresa non facile, se si hanno otto zampe sottili o nessuna!
In entrambi gli albi la struttura è simile: la storia s’interrompe sul più bello, prima che i personaggi trovino la soluzione giusta al loro problema, lasciando spazio ad alcune pagine che illustrano passo per passo un esperimento che i bambini devono compiere insieme a Bebo e Bice, traendo le conclusioni utili al proseguimento della narrazione.
Chiedere ai bambini di osservare direttamente come si comportano le cose che li circondano, come funziono semplici congegni, come si trasformano gli elementi naturali, allo scopo di far vivere insieme una storia è un approccio alle scienze accurato e al tempo stesso fantasioso, semplice all’apparenza ma progettato con metodo, dopo una lunga sperimentazione sul campo. Bebo, Bice e le loro curiosità scientifiche, prima di approdare sulla carta stampata, sono stati infatti protagonisti di numerosi laboratori-spettacoli interattivi, condotti dagli operatori di Tecnoscienza e destinati ai bambini della scuola dell’infanzia.
Proprio come in uno spettacolo (o in un fumetto, ma senza balloon), nei libri di Le scoperte di Bebo e Bice il racconto è interamente dialogato. Tale forma lo rende adatto ad una lettura drammatizzata a più voci (un po’ meno ad una narrazione), oppure alla lettura individuale da parte di lettori alle prime armi: il font utilizzato, Parole amiche, è di facile leggibilità e interamente in stampatello maiuscolo.
Ma c’è di più! La natura interattiva e innovativa di Le scoperte di Bebo e Bice è confermata anche dai video della serie, che potete vedere qui di sotto oppure collegandovi al canale You Tube di Editoriale Scienza. Molto più che semplici animazioni, nei video Bebo e Bice affiancano una bambina in carne ed ossa nel compiere nuovi esperimenti con i colori e con l’acqua ispirati ai libri e facilmente riproducibili in ambiente domestico.
Agli spettatori spetta il compito, oltre che di prendere appunti per ripetere l’attività, di far procedere l’esperienza in video scegliendo fra varie opzioni possibili. Pur intuendo le risposte giuste, io mi sono divertita moltissimo a provare tutte le combinazioni, giuste o sbagliate, di ognuno degli esperimenti, navigando dalle une alle altre con grande facilità! Un’altra brillante idea per approcciarsi con un linguaggio nuovo, fresco e accessibile anche ai più piccoli, realizzata con cura e attenzione ai dettagli.
I membri Tecnoscienza.it, Claudia Bianchi, Annalisa Bugini, Elisa Fontana, Lorenzo Monaco e Matteo Pompili, ideatori della collana e autori dei testi di Le scoperte di Bebo e Bice, sono stati così gentili da rispondere ad alcune delle mie curiosità. Ecco che cosa mi hanno raccontato!
GiGi: Quali sono le difficoltà maggiori da superare nel divulgare le scienze ai bambini dai 3 ai 6 anni? E quali, sul versante opposto, le soddisfazioni?
Tecnoscienza: Non gli argomenti: quelli vanno semplicemente tarati all’età e a noi interessa soprattutto parlare di metodo scientifico, non certo di equazioni o molecole. La difficoltà più grande è quella però di riuscire trovare i giusti esperimenti. Quelli che si trovano normalmente sui libri non sono quasi mai adatti a dei bambini molto piccoli. Invece l’idea alla base della collana è che un bambino di 3 anni possa fare esperimenti in piena autonomia. E senza nessun pericolo. Le attività devono iprovocare una scoperta, aprire una finestrella su un qualcosa che i bambini non avevano mai visto o vissuto. Devono indurre un salto cognitivo, insomma, se vogliamo usare dei “paroloni”, una scoperta.
Le più grandi soddisfazioni? Vedere i bambini che cominciano a cercare di rifare gli esperimenti che gli abbiamo proposto, cercando di migliorarli o magari piegandoli a idee estemporanee che vengono loro sulla realtà, per verificare se sono corrette. Ci piace vedere i bambini entrare in un processo attivo e autonomo di conoscenza, senza aspettare – come invece accade quasi sempre – che un adulto dia loro la risposta. Siamo un po’ sognatori e ci piacerebbe che ad ogni “perché?” non seguisse la risposta di un grande, ma un “proviamo insieme!”.
GiGi: Come avete lavorato per trasformare le esperienze divulgative in racconti illustrati?
Teconoscienza: Abbiamo creato una storia in cui amalgamare l’esperimento. Che quindi è in mezzo alla storia, seppur rappresentato in un suo spazio speciale, ed è descritto senza dare soluzioni e risposte. Questo perché vorremmo che la voglia di sperimentare venisse naturale al bambino, che fosse una risposta necessaria da trovare, per risolvere una sfida della storia stessa. La scoperta poi non è detta, né raccontata: deve essere fatta dal bambino; il suo risultato è l’elemento che fa proseguire la storia.
Per l’identificazione abbiamo cercato di definire i caratteri di Bebo e Bice, due personaggi che aveva inventato qualche anno fa la nostra Elisa Fontana per gli spettacoli scientifici, e che sono stati dotati di elementi riconoscibili come la lente e il papillon per Bebo e gli occhiali e la borsetta per Bice. Sono molto diversi: Bebo è rosa e striscia, Bice è blu e salta. Uno non ha zampe, l’altra ne ha sei. Ma sono fondamentalmente identici perché curiosi. Per loro abbiamo immaginato un universo semplice ma definito in cui far muovere di due eroi: un mondo popolato da personaggi secondari – che senza alcun distinguo possono essere animali o uomini, visto che si tratta di una distinzione culturale – e che fungono sempre da motori di relazione e scoperta. Nel primo libro c’è Severino, un contadino, nel secondo Amedeo il ragno.
GiGi: Bebo e Bice nascono come burattini: di che cosa parlano e come si svolgono i loro spettacoli?
Tecnoscienza: Bebo e Bice durante gli incontri spuntano da una borsa o da un libro e pongono sempre un sacco di problemi ai bambini. Un po’ li stuzzicano, un po’ chiedono loro aiuto, spesso fanno arrabbiare il loro amico – uno di noi- che viaggia con i due personaggi in giro per il mondo “per fare tante scoperte”. Ogni stimolo dei burattini diventa una scusa per fare un esperimento, la cui “necessità” è quella di rispondere ad una domanda, risolvere un problema, dirimere un litigio.
Ecco dunque che ad alla parte parlata ed animata fa sempre da contrappunto un esperimento, senza il quale non si va avanti. Sono attività il cui risultato (“la scoperta”) successivamente viene fissato da un dialogo con il burattino. Si tratta quindi di spettacoli-laboratori, in cui anche i bambini entrano a far parte della storia perché sbloccano con il loro “fare” i vari elementi.
Bebo e Bice con la loro creatrice, Elisa Fontana (foto di Daniele Zappi).
Grazie a Lorenzo, Matteo, Annalisa, Claudia e Elisa! Se volete conoscere meglio le attività di Tecnoscienza.it, compresi i ScienceCamp estivi per ragazzi da 7 anni in su, cliccate qui.
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