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Le Serie de Il Buio In Sala: recensione "Black Mirror - Stagione 1 e 2"

Creato il 10 aprile 2014 da Giuseppe Armellini
Io ho un grande problema con le serie.
L'esperienza lostiana è stata troppo entusiasmante, spossante, definitiva, completa, che non ho mai più voluto
averne un'altra.
Ho fatto sempre piccole eccezioni per quelle serie brevissime di un giorno e te le vedi, quelle che non mi avrebbero portato via troppo tempo ed energie.
E così dopo il disastro di The River e l'inaspettata esperienza di Stuck eccomi finalmente a commentare quella che da due anni era la serie che più mi interessava ed inseguivo.
6 soli episodi
Uno staccato all'altro che te li puoi vedere nell'ordine che vuoi e nei tempi che vuoi.
Una tematica, o più tematiche, ad unirli.
Così si fa, queste sono le serie che voglio.
Ed eccoci nel fantastico mondo di Black Mirror.
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Dove stiamo andando?
A quali derive ci sta portando la tecnologia?
Siamo ancora gli uomini che eravamo?
Perchè ogni volta che ci immaginiamo il futuro, nemmeno troppo lontano poi, lo vediamo sempre come terribile, spersonalizzante, freddo, quanto più lontano dall'umanità possa essere?
Black Mirror analizza tutto questo.
Analizza ciò che siamo, quello che stiamo per diventare e quello che saremo.
E accanto a visioni un tantino esagerate ce ne sono alcune che non solo ci appaiono possibili ma persino molto probabili.
Invito tutti a sentire questa canzone di Daniele Silvestri.
Rimpiangere l'aria che respiravamo, il sale del mare che ci bruciava le labbra, e le piccole e stupide cose della vita.
Stiamo andando verso questo?
Black Mirror è una miniserie inglese di livello impressionante.
Come sempre, se volete averne più informazioni c'è la rete a darvele, questo blog non serve a questo.
Questo blog serve sempre e solo a raccontare quello che avviene tra me e il film che ho davanti.
E, come quasi sempre mi accade, racconta di un mio innamoramento.
E co sta serie è stato amore a prima vista anche se non nascondo un sensibile calo nella seconda stagione.
Quello che sorprende è la genialità del tutto, l'originalità dei soggetti, il livello degli episodi che pur diversi uno dall'altro mantengono uno standard comune altissimo e un "filo" che di solito hanno, e non sempre, solo le serie classiche, non queste raccolte di cose diverse.
Il livello cinematografico è altissimo, gli script perlopiù formidabili, ma soprattutto il livello attoriale, in una serie che racconta un disgregamento dell'uomo a favore della macchina e del progresso, è di livello portentoso.
Non sempre si parla di visioni distopiche lontane da noi, anzi, almeno un episodio, se non due, sono plausibili già nella nostra società odierna.
Se dovessimo dare una cronologia a Black Mirror avremmo (a mio parere):
- Messaggio al Primo Ministro: assolutamente compatibile con l'oggi
- Vota Waldo!: tecnologia leggermente avanzata (e anche leggermente esagerato l'imbarbarimento delle nostre coscienze, forse ancora non siamo a quel punto) ma siamo sempre nei nostri tempi
- Orso Bianco: tecnicamente e tecnologicamente possibile sin da subito ma molto lontano eticamente, irrealizzabile nei nostri tempi
- 15 milioni di celebrità: sembra quello più lontano dal nostro mondo, il più futuristico. In realtà benchè impossibile quello che racconta è tecnicamente realizzabile già da adesso
- Ricordi Pericolosi: il chip usato è al momento utopico.
- Torna da me: almeno la seconda parte, con lo "scioglimento" del corpo criogenizzato che torna in vita è assolutamente impensabile. Ed anche la prima parte, quella solo di chat, molto lontana.
Sempre, sempre, in tutti gli episodi la tecnologia è vista come peggioramento delle nostre condizioni. E anche negli episodi dove apparentemente può offrire dei vantaggi (Ricordi Pericolosi, Torna da me) poi tali vantaggi si rivelano come vere e proprie torture.
Perchè l'uomo checchesenedica ama ancora sè stesso. Non c'è niente di più bello di noi, niente di più autentico. La tecnologia ci fa divertire, ci aiuta, ci può anche salvare ma alla fine chi vive solo di quella e del progresso che dona è destinato ad una vita infelice.
Perchè solo noi possiamo dare la vera felicità a noi.
ma partiamo, stagione per stagione, episodio per episodio
SPOILER SU TUTTI I COMMENTI, LEGGA SOLO CHI HA VISTO I VARI EPISODI
a proposito, per iniziare potete farlo sul tubo
http://www.youtube.com/watch?v=hPPrQK-GA9k
STAGIONE 1
Messaggio al primo Ministro.
Formidabile Pilot. E anche coraggioso perchè se doveva "presentare" una serie che parlasse delle derive ed evoluzioni della tecnologia e dei media, partire con un episodio "verosimile", il più vicino a noi, era un rischio.
Io lo reputo uno degli episodi migliori, specie per un epilogo che molti avranno "saltato" o al quale non avranno prestato la dovuta attenzione perso com'era tra i titoli di coda ma che dà senso al tutto e mette i brividi.
La richiesta al tempo stesso terribile e grottesca fatta al primo ministro è solo un pretesto.
Solo un pretesto da parte del "rapitore" per dimostrare all'umanità quello che ormai è diventata. Se c'è una cosa alla tv, più trash e disgustosa meglio è, tutti si fissano su quella, perdendo del tutto il senso della realtà e di quello che li circonda.
E così la principessa può essere liberata mezz'ora prima, lasciata in mezzo alla città, perchè tutti saranno davanti gli schermi a vedere l'atto sessuale del ministro.
L'artista compie un'opera d'arte in fieri e di cui tutti siamo protagonisti.
Le dinamiche politiche (tutto quasi in tempo reale, 6,7 ore) sono raccontate alla grande, e stupendo è il momento in cui tutti passano dall'esser bramosi e divertiti da quello che stanno vedendo alla tv all'esserne disgustati, quasi imbarazzati, forse sotto sotto pure pentiti e con un pizzico di vergogna nel cuore.
Ma il richiamo era troppo grande. E la principessa era là fuori. E il primo ministro è un uomo che non sarà più. Formidabile.
15 Milioni di celebrità
Altro grandissimo episodio, forse troppo particolare e assurdo per essere apprezzato come dovrebbe.
Io l'ho trovato di gran lunga il più terribile, quello che mi ha più inquietato.
In un futuro chissà quanto lontano l'umanità pedala in bicicletta per ottenere punti.
Non esiste altro nella propria vita, si pedala e si acquisiscono punti per vivere. Alcuni ti danno quel minimo di necessità (10 in meno per lavarsi, 20 per mangiare etc...) ma soprattutto servono per pagarsi quei 7,8 programmi TV prestabiliti che ti mostrano negli schermi. Schermi che sono presenti dapertutto, mentre pedali, nella tua stanza, nei bagni. L'unico obbiettivo che si può avere semmai (oltre al mero sopravvivere e godere dei programmi) è raggiungere 15 milioni di punti per fare che? Per entrare tu stesso dentro quei programmi. Una giuria alla x factor deciderà se e in quale programma finisci. Insomma, un circolo chiuso da cui non puoi uscire, o pedali a vita o entri (come una specie di schiavo narcotizzato) in tv.
Non c'è più umanità, non c'è più dialogo,non c'è più interazione, non c'è più sentimento, non c'è più niente. Abbiamo solo la nostra bicicletta e i nostri programmi. L'atmosfera è freddissima ma forse è l'episodio umanamente più intenso, quello che racchiude nella sua glacialità il fuoco più grande. Mi ha ricordato per sensazioni provate lo splendido Non Lasciarmi.
C'è una cura ai dettagli pazzesca. Ad esempio non molti la penseranno come me ma il viso dell'algida giudice donna nasconde tantissimo. Io le ho visto gli occhi lucidi mentre diceva alla ragazza cantante (splendida) di pensarla come gli altri due giudici, che doveva finire nel canale porno.
E almeno in due inquadrature e in due momenti diversi. Mi è sembrato un personaggio molto minore ma che racchiudesse negli occhi una vergogna e una malinconia di un mondo che non c'è più. Si vergognava di quello che stava facendo. E' un dettaglio che magari ho visto solo io ma almeno a me ha colpito tantissimo.
Poi arriva un momento che lì per lì non mi è piaciuto. La critica del ragazzo di colore a quella vita, al sistema, a tutto. L'episodio era riuscito lo stesso implicitamente a denunciare tutto ciò e quello spiegone (a me non piacque nemmeno il discorso di Hynkel ne Il Dittatore, figuriamoci) l'ho trovato davvero pesante. Ma anche qua c'era un perchè. Quel sistema, quella società vince sempre. E quei discorsi contro di esso gli daranno solo più forza. Geniale.
Ricordi Pericolosi
Ebbene sì, lo ammetto. Nella prima stagione mi sono esaltato per tutti gli episodi, arriverei a un voto vicino al 10. Anche qua il livello è sontuoso. E il soggetto più futuristico e che sulla carta regalava più ampio respiro di tutti alla fine viene svolto in una maniera intima, famigliare, circoscritta.
Anche qua la cura del dettaglio è tanto, quasi tutto.
Anzi, l'analizzare il dettaglio è l'anima del film. Le persone grazie a un chip possono registrare la loro intera vita, tutti i loro ricordi, tutto quello che hanno visto e sentito. Devono solo usare un telecomando per mandare indietro e avanti i ricordi, fermarli, "ingrandirli" volendo, rallentarli. E così ogni nostro singolo gesto, ogni parola può essere analizzata, verificata.
La cena è un capolavoro di regia. Un gioco di sguardi impressionante, e che poi sarà vivisezionato tutto nella seconda parte. Poter rivedere tutta la nostra vita è una tortura, per noi e per gli altri. Abbiamo per forza qualcosa di sbagliato dentro, abbiamo per forza detto una bugia o fatto un gesto di cui ci siamo pentiti. Come l'episodio analizza queste dinamiche è pazzesco. Lui è straordinario (non a caso è l'attore che interpretava il fratello più piccolo nell'indimenticabile Dead Man Shoe's), lei non da meno. Il loro lento sprofondare all'inferno, tra rabbia, vergogna, disperazione e sospetto è portato avanti da dio.
Finale affrettato e pleonastico. Ma episodio che per certi versi dà i brividi.
SECONDA STAGIONE
Torna da me
La seconda stagione comincia con un episodio più debole dei tre della prima, forse il più debole in generale.
Intanto è doveroso e onesto premettere una cosa. Ho esaltato lo script di Her ma è innegabile come la prima parte di Torna da me sia quasi la stessa identica cosa. Ed è stato realizzato prima di Her, quasi a far pensare che quest'ultimo sia lungometraggio che abbia preso spunto da questi 20 minuti.
Episodio più debole perchè quello meno coinvolgente. Non nelle singole scene probabilmente, ce ne sono di ottime, ma dallo "scioglimento" del corpo in poi (di per sè sequenza ottima e geniale comunque) davvero si fa fatica ad andare avanti. Io ho perso l'empatia, quel personaggio "mezzo uomo mezzo che ne so" con tutta la sua ubbidienza quasi fastidiosa non mi ha detto nulla. E il sottotesto non so quanto esplicito che lei lo tenga solo per il sesso l'ho trovato disgustoso vedendo con che premesse era stato sviluppato il soggetto. E lui attore, boh. Ma siamo sempre ad alti livelli, la prima chat, lui fermo fuori sulla soglia, la scena bellissima (e per me il finale migliore) sulla scogliera valgono il prezzo del biglietto. Quasi improponibile il vero finale.
Orso Bianco
Il migliore della seconda stagione, stesso livello dei primi 3 a mio parere.
Probabilmente è il più cinematografico e l'unico che punta molto sul colpo di scena. Il più di genere insomma.
Tantissimi i punti di forza.
Innanzitutto, mi ripeto lo so, l'originalità dello script.
E l'idea di circolarità, di reiterazione, quasi una visione 2.0 del mito di Sisifo funziona alla grande. Ma se Sisifo conosceva la sua condanna la protagonista di Orso Bianco non sa nulla. Anzi, insieme alla fatica fisica deve sottostare ad una ancora più terribile psicologica, al lento riaffiorare dei ricordi, a un'umiliazione impressionante e, nel momento in cui in qualche modo sembra tutto finito, un riazzeramento del tutto, via i ricordi, si ricomincia con il calvario. E l'idea che la gente "partecipi" e paghi il biglietto per filmare è perfetta, un contrappasso dantesco che rende ancora più terribile e inumana la sofferenza della ragazza.
L'episodio eticamente più forte, importante perchè oltre alla deriva tecnologica (tutti vogliamo filmare tutto, specie le disgrazie) ne presenta una ancora più marcata, quella delle coscienze, quella di una giustizia ancora più cinica e cattiva del delitto che combatte.
E quel titolo, Orso Bianco, quella stazione da raggiungere è l'ennesima cattiveria verso la condannata, una beffarda e cinica metafora del terribile delitto che ha commesso. Nel momento che raggiungo l'Orso Bianco, la mia salvezza, in realtà vengo a sapere cosa è l'orso bianco, la mia condanna.
E' l'episodio forse più controverso, quello dove è più difficile capire da che parte stare.
Terribile.
Vota Waldo!
Secondo me perde il confronto con il suo corrispettivo nella prima stagione, Messaggio al primo Ministro.
Ma di poco.
Film che ha il suo messaggio direttamente nel suo contenuto e nel suo script.
Waldo è un personaggio animato a cui dà voce e movimenti un comico. Insomma, una specie di ventriloquo tecnologico. Waldo è sprezzante, volgare, cinico, cattivo, mette i brividi sentire che sia un idolo dei bambini.
Prende per il culo tutti. Piano piano però prendendo per il sedere i politici l'entourage intorno a Waldo inizia ad avere un'idea. Visto che le parole di Waldo sono quelle della maggior parte dell'opinione comune, perchè non candidarlo?
Non lo so, la metafora è potentissima, ma forse il soggetto andava ambientato in un futuro più lontano. Vedere la massa che vota per un cartone animato al posto dei politici fantocci è un'idea ottima, ma che è francamente irrealizzabile (oltre che ridicola) ai giorni nostri. Se Waldo non avesse avuto un successo "reale" di voti ma fosse stato solo la voce di un'insurrezione, di un malcontento, di una rivoluzione, sarebbe stato perfetto ma fargli scalare la politica, farselo amico della Cia e dargli (nell'epilogo) un successo mondiale, lo trovo abbastanza zoppicante come cosa.
Forse il non voto del Saggio sulla Lucidità di Saramago era più incisivo al riguardo...
Che poi anche qua, come in Orso Bianco, decidere da che parte stare non è facile.
Troppo comodo stare dalla parte di Waldo, io l'ho trovato davvero fastidioso e molto più scorretto dei veri politici. Episodio molto delicato, interessante. E che da noi richiama moltissimo la vicenda Grillo.
C'è un piccolo aspetto molto minore ma che ho molto apprezzato.
La tristezza e la solitudine del Comico.
Magari vista e rivista ma fa sempre un certo effetto.
Insomma, una grande serie, con molti pregi e pochi difetti.
Guardatela.
E magari riguardiamola tra 10 anni.
Potrebbe darci i brividi.
(tra l'altro ho appena scoperto che il creatore di Black Mirror è Charlie Brooker, lo stesso di quell'altra meraviglia che è Dead Set. Tutto torna.)
( voto 9 )

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