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Le sette piaghe di Monti

Creato il 10 febbraio 2013 da Albertocapece

pegtempeste-di-neve-in-arrivo-per-gli-usa-L-9MlnFlAnna Lombroso per il Simplicissimus

I meteorologi l’hanno battezzata la ‘grande nevicata’, e sta per arrivare sull’Italia. L’emergenze è prevista per l’inizio della settimana che sarà accolto da un ciclone mediterraneo che ora è in formazione. La grande nevicata toccherà il nord, la Liguria fino a Genova. Pioggia e maltempo al centro e Sardegna e Campania, temporali e neve anche su Toscana, Umbria, Lazio. Neve forte sull’alto Veneto e Vicentino. Mareggiate sulle coste tirreniche per libeccio, mentre a Venezia per via dello scirocco a 80 chilometri sull’Adriatico è prevista acqua alta. ll ministero della Pubblica Istruzione ha deciso di sospendere la due giorni del concorsone. La Protezione civile ha avvisato autostrade e Ferrovie. L’Anas prepara il sale, ma come al solito le raccomandazioni istituzionali persuadono a chiudersi in casa.

Bisogna ammettere che si registra una certa discontinuità nell’avvicendarsi dei governi. Prima c’era la strategia dell’emergenza: lasciar deteriorare le crisi, le inefficienze, le inadempienze, anzi favorirne l’inevitabile sconfinamento nella catastrofe, in modo da renderle profittevoli tramite decretazioni speciali, poteri eccezionali, commissariamenti straordinari, inevitabile interruzione delle pratiche di vigilanza e controllo, liberi flussi di denaro canalizzati in rivoli arbitrari e erogati con elargizioni discrezionali, sospensione delle scomode leggi vigenti per produrne di nuove, mirate alla privatizzazione dell’organizzazione ma all’esaltazione del carattere “pubblico” dei finanziamenti.
Adesso i soldi non ci sono, nessuno dei mecenati amici del ceto al governo spenderebbe per opere di gestione del territorio, senza appeal, per interventi di ripristino, sui quali non si può apporre la griffe, la solidarietà tramite sms va direttamente alle banche che ne hanno gran bisogno, le assicurazioni sono già state accontentate, l’Ue ci sta in media tre o quattro anni per elargirci la sua spilorcia carità, peraltro attinta dai nostri doverosi contributi, insomma le catastrofi non sono più un business provvidenziale.

Così diventa provvidenziale sostituire la preoccupazione alla prevenzione, gli annunci al contrasto e all’azione e la didascalica pedagogia alla pratica di governo e all’efficiente amministrazione. Già oggi cominceranno i moniti a non mettersi in viaggio, le esortazioni a non contribuire all’emergenza del sorprendente freddo invernale con dissennate manifestazioni di dinamismo, le sollecitazioni a collaborare come vuole il governo e la ragionevolezza con catene, dispositivi anti neve, attrezzature siberiane, perché devono essere i cittadini a cavarsela, quei cittadini colpevoli di avere voluto troppo e goduto di troppo benessere, cui adesso tocca la penitenza di treni che si fermano nella campagna innevata, paralisi autostradali, frane rovinose, allagamenti seriali, che presto non verranno più chiamate catastrofi naturali, cambiamenti climatici, superamento dei limiti, ma ira di Dio, piovechediolamanda, a sottolinearne il carattere di meritata punizione divina e sovrannaturale.

È che invece il castigo dovrebbe essere come le bombe intelligenti e non far piovere sul bagnato, ma su amministratori incompetenti e disonesti, manager inefficienti e gaglioffi, sindaci incapaci e sleali, un ceto corrotto e corruttore di imprenditori e politici, insomma su quel folto esercito di italiani che ha fatto dell’illegalità un sistema di governo tollerabile, tollerato fino a diventare desiderabile – perché nella sua caligine tutti i gatti diventano grigi, tutti sono uguali e anche chi lo è un po’ meno può aspirare a qualche indiretto beneficio – contagioso come un virus che porta alla cecità e alla credulità, per qualcuno, alla correità per altri.
Eppure ci vorrebbe così poco a non credergli per poter sperare, riponendo invece la speranza in noi stessi, nelle nostre scarpe, che ci sarà la neve, saranno rotte, ma bisogna andar fuori dall’inverno verso la rossa primavera.


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