Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

Creato il 15 giugno 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

 16 giugno 2013

11° DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO C
  Antifona d'Ingresso Sal 26,7.9Ascolta, Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto,
non respingermi, non abbandonarmi,
Dio della mia salvezza.

CollettaO Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 2 Sam 12, 7-10. 13Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai.
Dal secondo libro di Samuele
In quei giorni, Natan disse a Davide: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro.
Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Urìa l’Ittìta, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammonìti.
Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittìta».
Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai».
- Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Salmo 31
Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. - Rit.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. - Rit.
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! - Rit.
Seconda Lettura Gal 2, 16. 19-21Non vivo più io, ma Cristo vive in me.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno.
In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.
- Parola di Dio
Vangelo Lc 7, 36 - 8, 3 [Forma breve 7,36-50]
Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.
Dal vangelo secondo Luca
[In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».] In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. - Parola del Signore RIFLESSIONI
  • Il Vangelo è sempre una preziosa miniera di insegnamenti.
La ricchezza delle sue proposte è consolante e insieme imbarazzante per le nostre resistenze. Il brano di stasera è particolarmente stimolante per gli spunti che offre. Guardandolo nell’insieme, il brano ci presenta un tratto di vita di Gesù, dei suoi discepoli e della sua predicazione. Questo dobbiamo ricordarlo sempre e non darlo mai per scontato. C’è un fatto iniziale, che è il nodo più ricco dell’annuncio, e c’è un finale che apparentemente sembra essere un fatto della vita normale. Gesù con i discepoli che va per le strade della Palestina annunciando il Regno sembra normale, ma in effetti non lo è. C’è una grande novità che vale anche oggi: la novità del Regno, la novità della logica di Dio, dell’azione di Dio all’opera nella storia. Questo tratto finale descrive la vita nel quotidiano nella quale è presente un dono: l’annuncio del Regno. Gesù andava dunque per le strade della Palestina ad annunciare il Regno, sorretto e accudito, oltre che dai Dodici, da alcune donne che non sono da intendere come delle cameriere, ma sono persone che, raggiunte dall’annuncio, seguono Gesù e sostengono la sua missione. Gesù può vivere con serenità la loro presenza. Nell’annuncio del Regno si dice che sono persone, che proprio in forza dell’annuncio, sono credenti. Gesù ha bisogno della loro presenza, perché gli apostoli, sotto certi aspetti, non erano tanto efficienti. Il problema è aperto anche oggi: come viviamo la presenza della donna nella Chiesa? È un discorso aperto e scottante; può essere che qualcosa di nuovo succeda. È importante il fatto sostanziale. La presenza del Regno dà un senso nuovo alla vita: ciò che ieri era impossibile, oggi può diventare possibile, e diventare un impegno e un dono. Come è stimato il contributo della donna? Di fatto è notevole, ma il riconoscimento sembra tardare. Il Regno non è ancora espresso. Cogliamo il significato profondo della parola che ci porta in un orizzonte ampio, l’orizzonte di Dio e delle sue intenzioni nel creare l’uomo e la donna. Anche le donne devono apprezzare la loro posizione, perché a volte succede che proprio tra loro non ci sia questo aspetto. Il discorso è aperto e l’importante è ascoltare la Parola e dare spazio alla novità. Alla fine consideriamo anche che non erano donne qualsiasi, ma donne guarite da spiriti cattivi, dalle passioni o altro. Questo ci dice che c’è bisogno di una continua conversione. Ciò che mi sembra importante, senza pretese, è il fatto di non dimenticare mai l’orizzonte del Regno e le novità di cui è portatore. Abbiamo bisogno di rifarci tutti quanti e continuamente a questo orizzonte del Regno. All’inizio c’è un altro fatto di straordinaria importanza: l’invito del fariseo fatto a Gesù di pranzare nella sua casa. Gesù va e di fatto il suo andare vuole essere un aiuto alla conversione con l’obiettivo di portare tutti al suo banchetto. La libertà di Gesù nell’accettare l’invito è significativa. Quante volte ci complichiamo la vita in problematiche rigide e lasciamo poco spazio alle novità che il Signore ci ha annunciato! L’episodio appena letto continua dicendo che, mentre Gesù pranza, una peccatrice, almeno nota come tale nella città, pone una serie di gesti che vengono giudicati dal fariseo come segni di una prostituta che non ha nessun ritegno e che si permette di fare queste azioni, a dir poco imbarazzanti, come espressione del suo tradimento. Il fariseo si meraviglia che Gesù accetti tutto questo. I gesti hanno una duplice lettura: per il fariseo, la donna è quella che è e contamina tutto ciò che tocca; per Gesù questi stessi gesti, pur nella loro ambiguità, sono interpretati come segni di conversione e amore. La donna usa il suo linguaggio per dire la parola di novità che Gesù ha portato in lei. Pianto, lacrime, capelli, bacio, profumo sono il modo con cui questa donna esprime e dichiara che cosa è per lei Gesù. Sono i segni del Regno. Perché questa divergenza? Per il fariseo ogni persona è quella che è, è come paralizzata in un ruolo, in una posizione, dentro e fuori è ferma. Per Gesù invece no. Gesù vede la persona e coglie i cambiamenti prodotti dal Regno. Gesù vede questi gesti come frutto della sua presenza e della sua azione sorprendente, incredibile, ma reale. Noi come ci poniamo di fronte alle persone? Non occorre essere dei geni per cogliere che facciamo fatica a dare credito alle persone, soprattutto quando il comportamento esce dagli schemi e dai binari. L’invito è quello di leggere la nostra storia alla luce del Regno, della Parola di Dio. Questa rigidità è possibile anche su noi stessi. Anche noi stessi siamo resistenti nel dare credito alla forza di cambiamento e alla grazia. Siamo come fissati in una posizione senza fiducia e senza speranza. Occorre davvero credere che la volontà di Dio e il dono dello Spirito è per cambiare e rinnovare tutto, noi stessi, la nostra famiglia, i nostri gruppi, la chiesa e il mondo. Vediamo ad esempio come risulta illuminante il modo di essere del Papa attuale e quanto dia speranza al cambiamento. Abbiamo bisogno di dare credito alla presenza dello Spirito che è il grande attore del cambiamento. Vi invito a trarre spazi di revisione personale, familiare e comunitaria sotto il segno della speranza.
  • Leggiamo ora la lettura spirituale un po’ diversa dalla nostra tradizione.
LETTURA SPIRITUALE
Presenta a Dio una preghiera fatta carne
L'amore di Dio, uscito alla ricerca dei peccatori, ci è annunciato da una donna peccatrice. Rivolgendosi a lei, Cristo invita all'amore tutti noi; in lei attirava al suo perdono tutti i peccatori. Parlava a lei soltanto, ma invitava la creazione intera a divenire partecipe della sua misericordia. Nessun altro l'ha convinto a tenderle la mano perché si accostasse al perdono. Soltanto il suo amore per colei che ha plasmato l'ha convinto [...]
Il pastore è disceso dal cielo verso la pecora perduta, per riprendere, in casa di Simone, colei che il lupo astuto aveva rapito. A casa di Simone ha trovato colei che cercava [...]. La peccatrice con le sue parole prega Gesù come suo creatore. Le sue parole, benché non siano state scritte, si lasciano indovinare dai suoi gesti. Colei che con le sue lacrime bagna i piedi di Gesù, li asciuga con i suoi capelli e versa su di essi un profumo di grande valore, non può che dire parole corrispondenti ai suoi gesti. Presenta a Dio una preghiera fatta carne; manifestando la sua umiltà, testimonia la sua fiducia in lui [...].
Gesù non parla subito e, quando parla, dice una parola soltanto, ma con questa parola, distrugge il peccato, annienta le colpe, scaccia la trasgressione, accorda il perdono, sradica il peccato, fa germogliare la giustizia. Il suo perdono apparve all'improvviso dentro alla sua anima e ne scacciò le tenebre del peccato; la donna fu guarita, si riprese e, risanata, ritrovò la forza [...].
E perché tutto questo accada anche a te, renditi conto che il tuo peccato è grande, ma che disperare del perdono perché il tuo peccato ti sembra troppo grande è bestemmiare contro Dio e fare torto a se stessi. Il Signore ti ha promesso di perdonare i tuoi peccati per quanto grandi siano e tu ribatti che non gli credi, gli dici: «Il mio peccato è troppo grande perché tu lo perdoni. Tu non puoi guarirmi dalle mie malattie»? Fermati e grida con il profeta: «Signore, ho peccato contro di te» (2Sam 12, 13) e subito ti risponderà: «Ti ho perdonato il tuo peccato; non morirai».
( Libera trascrizione da L’Orient syrien)


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