Quello che tutti vogliono è la felicità.
Pochi si sentono felici nel momento presente, molti fanno riaffiorare ricordi di momenti in cui si sono sentiti profondamente felici, come se la felicità fosse una prerogativa del passato.
A volte quei momenti passano attraverso una completa e pericolosa inconsapevolezza che impedisce di essere lì, presenti nel momento felice, a goderselo pienamente.
Ho pensato che potesse essere utile segnalare in questo post le spie della felicità cioè tutti quei segnali, chiari, inconfutabili che si manifestano nei nostri momenti felici:
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1) Senso di profonda soddisfazione
Questa spia non ha bisogno di spiegazioni: essere soddisfatti, profondamente soddisfatti è sinonimo di felicità;
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2) Perdita del senso del tempo
Lo scorrere veloce del tempo senza rendersene conto è un indizio certo del fatto che siamo al posto giusto nel momento giusto e stiamo facendo ciò per cui siamo nati.
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3) Perdita della percezione di sé
Credo che questo indicatore abbia a che fare con l’abbandono dell’ego. Siamo presenti non come individui, ma come una parte del tutto. Una parte inutile ma necessaria del miracoloso flusso della vita.
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4) Azione
La felicità scaturisce da un moto verso… E’ una condizione attiva, mai passiva e la miccia di accensione s’innesca sempre dopo una scelta profonda dell’individuo, dalla volontà interiore di andare in quella direzione. Anche la meditazione o la preghiera sono azioni, solo in apparenza passive per via dell’assenza di movimento fisico.
L’essere felice è ben lontano dall’illusione di benessere propinato dalle SPA, dalla filosofia del relax da vacanza alle Maldive o dalla mancanza di tensione. E’ una questione di flusso: essere trasportati in quello spazio vitale in cui si sperimenta il giusto equilibrio tra capacità e impegno.
Quando non c’è l’espressione del proprio talento (capacità) e manca l’impegno si vivono momenti di apatia e insoddisfazione, quando l’impegno supera la capacità è lo stress a farla da padrone e, infine, quando il compito richiede un impegno molto scarso rispetto alle nostre capacità, la noia prende il sopravvento.
Questa non può essere un’analisi esaustiva sulla felicità ma il modello grafico che vi propongo, ideato dallo psicologo americano Mihaly Csikszentmihalyi e reperito in un geniale libretto che s’intitola “Piccolo manuale delle decisioni strategiche”, è uno strumento utile per monitorare ogni momento della giornata e capire quanto ci stiamo volendo bene.
*inserite nel diagramma la vostra esatta posizione rispetto alle sensazioni che avete provato durante l’ultima esperienza di vita.
Essendo la felicità il fine ultimo concentriamoci su di essa poiché salute, soldi, bellezza e potere sono esche per poveri pesci, da mangiare solo sotto forma di pastura evitando l’implacabile amo della dipendenza.
In culo alla balena, pescatori di felicità.
F.P.
bibliografia
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