Si muovono e concludono affari in Europa : sono gli infiltrati di Ahmadinejad. Fanno affari a dispetto delle decisioni dell’Onu e dall’Unione Europea. Ma non solo affari. S’infiltrano tra i loro connazionali , li spiano e riferiscono agli ayatollah in Iran. Se i connazionali collaborano con le polizia occidentali o svolgono attività pericolose per il regime , Teheran prenderà provvedimenti del caso.
Le spie iraniane sono spesso persone insospettabili : studenti con borse di studio, imprenditori , liberi professionisti, collaboratori di ambasciate e consolati , funzionari di banca e agenzie di viaggio. Attraverso questi uomini il regime investe all’estero , aggira l’embargo e tieni in piedi l’apparato repressivo , si autofinanzia e mette i suoi capitali all’estero , in azioni e proprietà immobiliari.
Agenti italiani sono riusciti ad avere una lista di questi agenti in azione in quattro Paesi europei. Per ora l’Italia non c’è. La lista riguarda Francia, Olanda, Danimarca e Svezia : gli esperti la ritengono molto attendibile dato che proviene da una fonte attendibilissima. La collaborazione tra agenti italiani e uomini antiregime iraniani va avanti da anni. La lista è stata redatta dall’Iran e portata all’esterno da uomini che mantengono collegamenti con agenti di Paesi Europei , militanti dei mujaheddin del Popol, il partito più attivo nell’opposizione ad Ahmadinejad.
Nella Lista , i 69 iraniani compaiono con nome e cognome , e il Paese dove operano : 15 in Francia, 8 in Olanda , 11 in Danimarca , 35 in Svezia.
Non c’è una lista italiana , perché gli investigatori sono in attesa di completarla , ma ci vuole molto tempo. E molte ricerche. Ma si sa che esiste un gruppo che opera nel nostro Paese : è composta da 20 uomini , almeno uno per regione. Di recente sono stati fatti acquisti immobiliari in città del Nord Italia, ha cominciato ad acquisire qualche azienda e diversificato gli investimenti. Ma sull’Italia i dati sono ancora incompleti.
Il fatto che la Scandinavia ha 46 infiltrati è dovuto alla libertà di movimento per mettere a frutto i soldi in Europa , con insospettabili società. I soldi non fanno nessun riferimento a società iraniane , ma a prestanome del governo e dell’establishment del potere , compreso il corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, che con i profitti finanzia anche Hamas ed Hezbollah.
I connazionali all’estero , sorpresi a collaborare con polizia e intelligence locali , vengono immediatamente segnalati ai servizi in Iran e se per caso tornano in patria rischiano la morte. Almeno 5 persone che lavoravano all’estero sono state uccise in tempi recenti. C’è anche l’ufficialità a Teheran : nel 2010, accusate di essere spie di Israele , sono state giustiziate 169 persone.
Un anno fa l’Unione Europea ha deciso di appoggiare nuove sanzioni all’Iran. Nei fatti , però, alcuni paesi continuano a commerciare con loro. Germania e Italia vendono prodotti che potrebbero avere uso militare. L’Eni sta cercando di espandere la sua produzione di petrolio nell’ambito di contratti esistenti. Ad ottobre sono state approvate nuove sanzioni, ma quasi nulla è cambiato.
Nel 2008 l’Italia era il secondo partner commerciale dell’Iran dopo la Germania. Primato consolidato anche nel 2010. L’Italia ha infatti importato, nel 2010, merci per 4,3 miliardi di euro , quasi esclusivamente petrolio : il 144 % in più rispetto al 2009. Le esportazioni dall’Italia sono rimaste stabili : 1,8 miliardi di euro.
Berlusconi a Nethanyahu , presidente israeliano, aveva detto che l’Italia avrebbe ridotto gli scambi con l’Iran. Frattini ha aggiunto “Non abbiamo segreti con gli amici israeliani d diremo solo che i dati dell’interscambio con l’Iran tra il 2001 3 il 2008 si è ridotto della metà”. Falso. Si è quasi triplicato. In Italia , inoltre , si sono avuti molti seminari sulle opportunità di investimento in Iran.