Trasportarono dunque il mais al luogo convenuto per far si di cucinare delle focacce e dei dolci da potere in seguito dare agli uomini al loro ritorno dalla caccia. Il fanciullo rubò una quantità di chicchi davvero notevole, nascondendoli in tubi di bambù che portò alla nonna, chiedendole di cucinare un dolce di mais per lui ed i suoi amici. La nonna fece come il bimbo gli chiese e lui insieme ad i suoi amici ne mangiarono a sazietà. Successivamente il fanciullo per nascondere il furto compiuto, tagliò, aiutato dai suoi amici, la lingua alla povera nonnina, mentre misero in libertà il pappagallo domestico e tutti quelli che erano allevati nel villaggio.
Le stelle tra mito e leggenda
Ma avvenne che temendo l'ira dei propri genitori, i fanciulli scapparono in cielo arrampicandosi lungo una liana nodosa che l'uccello mosca aveva provveduto a fissare in alto. Intanto le donne del villaggio fecero ritorno al villaggio e cercarono i loro figli. Non trovandoli, iniziarono ad interrogare senza successo la povera nonna ed il suo pappagallo, ma senza la lingua non poterono rispondere ai loro interrogativi.
Una di loro si avvide della liana e le fila dei bimbi che erano impegnati ad arrampicarsi, senza prestare ascolto alle suppliche delle loro madri disperate. Sconvolte e disperate decisero di seguirli, ma il fanciullo colpevole, l'ultimo della fila, tagliò la liana non appena mise piede in cielo, facendo cadere giù le donne che si schiantarono al suolo, trasformandosi in animali e bestie feroci!
La malvagità dei fanciulli comportò che fossero trasformati in stelle, condannati a guardare per l'eternità ogni notte la triste condizione delle loro madri.
"Secondo la leggenda brasiliana le stelle che noi ammiriamo non sono altro che gli occhi dei fanciulli che brillano".