Harry viene dalla strada, è svelto di mano e di cervello. La sua scalata fino alla cima dell’organizzazione criminale del boss Tony Giamatti lo porta in poco tempo a divenirne il braccio destro e a sposarne la figlia. Ma è tutto troppo facile ed Harry è il primo a intuirlo: all’ascesa seguirà, inevitabile, la caduta.
In Capodanno cubano Pasquale Ruju confeziona un bel noir classico, che parte, come da prassi, con uno scampolo del finale, e ci mostra, attraverso una narrazione retta da ben dosate didascalie in soggettiva, le conseguenze corrosive dell’ambizione. Del protagonista si avverte, con sempre maggior certezza, il lato freddo e inumano, e persino il suo cedimento, nelle ultime pagine, a un amore che sembra stupire per primo lui, appare più uno stupido errore che un recupero in extremis.
Max Avogadro omaggia il genere con neri densi che sembrano invadere più i corpi che gli ambienti. L’effetto è curioso: come se i personaggi non si adattassero appieno al contesto, recapitati da un altrove più oscuro, avvolti da un velo trasparente che ne distorce lievemente i contorni. Diverso il discorso per alcuni primi piani, più convincenti, e per i campi lunghi, solidi ed evocativi.
Aldo Di Gennaro conferma la potenza riassuntiva delle copertine a lui affidate, con il suo tratto sottile, la generosità nei dettagli e le efficaci tonalità pastello che trasformano il frontespizio nell’ideale locandina per un film d’antan.
Abbiamo parlato di:
Le Storie #25 – Capodanno cubano
Pasquale Ruju, Max Avogadro
Sergio Bonelli Editore, ottobre 2014
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,80 €
ISBN: 977228100800640025