Il lago Bajkal, oltre ad essere il lago più profondo ed a contenere i quattro quindi di tutte le acque dolci del mondo, è un luogo particolarmente significativo per lo sciamanesimo, perché il suo cuore è l’isola di Olkhon, che secondo tale credenza è uno dei cinque punti energetici principali del pianeta. Tutto l’ambiente del lago è di una bellezza naturalistica unica. Le acque sono talmente limpide da poter vedere i fondali fino a decine di metri di profondità e sono talmente pulite da essere potabili. Ma la bellezza non si limita all’occhio, la bellezza qui è qualcosa che si sente e trasmette qualcosa di particolare… magari proprio quell’energia sciamanica.
L’isola di Olkhon è il diamante che abbellisce un gioiello già ricco come tutto l’ambiente del lago. Capo Burkhan, che si può vedere appena dietro Khuzhir, la cittadina principale dell’isola, dà vita alla classica immagine da cartolina o da sfondo del desktop e, pur essendo ovviamente molto frequentato per la vicinanza al villaggio e per l’indubbia bellezza, trasmette un’atmosfera di pace assoluta. Il resto dell’isola non è da meno, anche per la varietà dei paesaggi: steppa a sud-ovest, foreste e valli su tutto il lato orientale, anse e golfi lungo tutta la costa dove spesso si ergono alte scogliere, spiagge di vario tipo ed un’acqua sempre assolutamente cristallina. Certo ad Olkhon le strade non sono le più comode da percorrere a piedi, in bici o in jeep, e certo l’alto numero di turisti può a volte rovinare l’atmosfera. Ma quando ci si trova di fronte ad un ambiente così straordinario tutto il resto passa in secondo piano.
Ma il lago non è solo l’isola di Olkhon. Irkutsk è la città principale della zona. È una città che forse ha un po’ troppo la pretesa di somigliare a qualcosa che non è. La sua anima siberiana si incontra con quella asiatica – cinese, giapponese… – ma a volte sembrano voler restare nascoste per far emeregere un’anima europea. Irkutsk comunque è una città piacevole in cui rilassarsi, anche per le poche attrazioni presenti che non impongono ritmi frenetici.
Poco distante da Irkutsk ci sono sulla stessa direttrice Taltsy – un museo di architettura tradizionale all’aperto che merita senza dubbio una visita – e Listvyanka. Quest’ultima è la classica trappola per turisti grazie alla sua posizione in riva al lago da cui si parte per innumerevoli escursioni in barca. I palazzoni ed un triste (per lo meno da fuori) zoo di nerpa (le foche endemiche del lago Bajkal, le sole di acqua dolce) non sono stati certo di aiuto per migliorare la mia opinione su questo luogo.
Resta comunque il fatto che Listvyanka merita di essere raggiunta perché è il punto di inizio di un percorso escursionistico molto panoramico che, dopo alcuni chilometri che portano in cima ad una collina nel mezzo della foresta, si snoda tutto sulla costa del lago fino ad un paesino di cui il mondo probabilmente non sa neanche l’esistenza: Bolshie Koty, abitato da circa cento persone e raggiungibile solo a piedi tramite questo percorso o in traghetto.
Dopo le fatiche dei giorni precedenti il ritorno ad Irkutsk dà ancora la possibilità di rilassarsi per qualche ora prima di salire sul treno diretto a Ulan Ude per l’ultima parte della mia Transiberiana. Entro poche ore sarò in Mongolia. Quello che mi rimarrà di Russia e Siberia è soprattutto una sensazione di sorpresa. Di tutto il mio viaggio questa era la parte che mi entusiasmava di meno ed anche per questo l’avevo messa all’inizio del viaggio. Invece, come spesso accade, quando si hanno poche aspettative arrivano le sorprese positive. Ora quello che spero è che le alte aspettative che ho per la Mongolia vengano confermate. A presto.
Dove si trova?
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Francesco Perini
Perché il viaggio? Perché “Storie Invisibili”? L’itinerario/le destinazioni del viaggio fanno parte di un sogno che ho da qualche anno. È da tempo che mi prometto che prima o poi avrei fatto questo viaggio, da solo, e sento che è arrivato il momento giusto.