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Le Storie speciale #1: Caravaggio e il colore

Creato il 08 luglio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

le-storie-caravaggio-620x350le-storie-caravaggio-620x350Sono ormai alcuni anni che il colore non è assolutamente più tabù in Bonelli. Anzi, ormai tutte le testate, almeno quelle di “punta” hanno una loro periodica uscita nello splendore del technicolor, a dimostrazione dell’apertura alla policromia che si è avuta in questi anni nella casa editrice meneghina.
Non sorprende, quindi, che anche alla collana “Le Storie”, avventure autoconclusive senza protagonista fisso e che hanno finora toccato, in sostanza, tutti i generi della narrativa, venga affiancato uno speciale estivo, rigorosamente a colori. L’onore di tenere a battesimo la nuova pubblicazione è toccato a due “vecchie volpi” bonelliani: Peppe De Nardo e , ormai attivi da venti anni in Bonelli. Ambedue sono colonne di Dylan Dog, hanno avuto esperienze con altri personaggi della casa editrice di Tex e hanno già fatto parte della lunga lista di autori già confrontatisi con “Le Storie”. Insomma, un team con cui andare sul sicuro. Anche la tematica scelta per occasione è di quelle sempreverdi: gli ultimi anni della dissennata vita di Michele Angelo Merisi da Caravaggio, forse il più grande pittore italiano, certamente il più irrequieto.
L’esperto sceneggiatore campano mostra di aver fatto i compiti a casa: gli eventi storici e gli spostamenti avuti dal Caravaggio, in questa sua ultima concitata fase, sono narrati con grande accuratezza storica e, per dar pepe alla vicenda, inserisce personaggi ed elementi volutamente romanzati, ma mai sopra le righe, che aderiscono in maniera perfetta alla narrazione e riescono a essere storicamente credibili.

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Come i due veri protagonisti della storia: il controverso e sofferto capitan Pablo Serrano e il suo avversario Lagarde. Uniti nel loro obiettivo, a cui si riferisce anche il titolo dell’albo, ma nemici giurati (e in un piccolissimo flashback de Nardo ci mostra il motivo, anche se la loro rivalità giovanile avrebbe meritato più spazio) e di segno opposto sia sulle modalità di cattura sia per quel che riguarda i rispettivi mandanti. Se Lagarde, classico mascalzone d’altri tempi, appare un uomo senza dubbi e interessato solo alla propria ricompensa finale – sebbene lo spazio a lui dedicato sia comunque piuttosto esiguo nel complesso non crediamo di allontanarci troppo dalla
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realtà nel ritrarlo così – il capitano Serrano dimostra una sensibilità diversa, che gli permette di guadagnare il ruolo di protagonista: assoldato da un alto prelato per catturare Caravaggio e farlo giustiziare, in virtù di un Bando Capitale che pende sulla testa del pittore lombardo, lo spagnolo riconosce nei quadri del Merisi un dono che va aldilà dell’umanità del loro creatore, peccatore e dalla morale quantomeno discutibile. Un dono che lo avvicina, e avvicina chi di luce riflessa può godere della bellezza delle sue opere, a Dio e al Paradiso molto di più di alcuni discorsi ecclesiastici. Serrano rimane alla fine fedele al pensiero natogli dentro e cambia idea, su quelle che dovranno essere le sorti del pittore.

Peppe De Nardo riesce a dare ritmo a tutta la vicenda, che è fondamentalmente una caccia all’uomo, e lo fa soprattutto grazie al sapiente uso dei dialoghi e delle didascalie, vero marchio di garanzia del creatore di Billiteri: i dialoghi tra i personaggi sono fluidi, studiati, godono di buona musicalità.
Le stesse didascalie, a cui De Nardo affida i pensieri che il capitan Serrano trascrive sul suo diario, sono “letterarie” al punto giusto, riuscendo a non creare quella sensazione di stucchevolezza nella quale rischiano di cadere alle volte i racconti in prima persona.

Sicuramente una storia solida e ben narrata, forse bisognosa di qualche tavola in più – la foliazione del’albo è già maggiorata di 16 tavole rispetto a un numero regolare della collana – con alcuni personaggi che avrebbero avuto bisogno di maggior spazio per esprimere potenzialità rimaste in essere. Una storia comunque molto “classica”, che fa della tecnica narrativa la sua peculiarità migliore.

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La figura del Caravaggio che ne viene fuori è sicuramente quella di un uomo ormai malato e disperato, voglioso solo di quel perdono che gli permetterebbe di vivere in pace l’ultima parte di una vita drammatica e al contempo piena: nella realtà e in questa storia, che ne è specchio fedele ma non per forza fedelissimo, non ve ne fu occasione.

I disegni di Giampiero Casertano, come al solito molto preciso quando si tratta di storie in costume, si giovano dei colori tutto sommato discreti scelti per le sue tavole: senza coprire le belle matite dell’artista milanese, le tonalità chiare e luminose arricchiscono bene il tratto corposo di uno dei disegnatori punta della casa editrice. La sensazione del movimento dato in quasi ogni vignetta ai personaggi fa il resto, regalando inquadrature leggibili e profonde. Molto interessante anche l’idea di inserire, in alcune vignette, particolari reali dei quadri di Caravaggio: una scelta per metterne in luce l’immensa bellezza, ma anche utile a scopi narrativi, visto che tali frame vengono mostrati sempre in concomitanza di dialoghi in cui viene fatta percepire la potenza rivoluzionaria delle sue opere, sia in negativo che in positivo.
Il primo numero di Le Storie Special è dunque significativo: il colore si, ma per continuare a narrare anche storie classiche.

Abbiamo parlato di:
Le Storie Speciale#1 – Uccidete Caravaggio!
, Giampiero Casertano
Sergio Bonelli Editore, Luglio 2014
128 pagine, brossurato, colore – 6,00 €

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