Dal sito si legge: “Le strade del Paesaggio” è un progetto culturale teso a connettere il contesto ambientale della provincia di Cosenza e la ricchezza data dal patrimonio umano esistente a politiche di sviluppo che riconoscano, chiaramente, in questi elementi, la base per parabole virtuose di sviluppo economico orientate alla cultura.> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="210" alt="Le strade del Paesaggio: intervista a Luca Scornaienchi >> LoSpazioBianco" class="alignright size-medium wp-image-38766" />
Sul sito e sulla pagina Facebook è possibile trovare tutte le informazioni dettagliate su cosa sia il progetto e cosa prevede. A te chiediamo qualcosa di più “personale”. In primis ci puoi indicare da dove è nato lo spunto per il tema di questo anno?
Lo spunto è il recupero e la rivisitazione delle storie e leggende dell’antichità, dedicando ogni anno l’iniziativa a un personaggio storico che ha lasciato tracce indelebili sul nostro territorio: Alarico, Alessandro il Molosso e per questa edizione Annibale.
“Le Strade del Paesaggio” nei tre anni 2009-2010-2011 si è sviluppato lungo un canovaccio teso a creare, costruire, scrivere e ridisegnare i volti, i protagonisti, i luoghi e gli accadimenti storici che hanno segnato il passato e che, ancora oggi, carichi di significato e di attualità, possono tramandare gli stessi messaggi e sorprendere l’immaginario. Durante queste tre edizioni l’evento si è caratterizzato sempre di più per il suo legame con il territorio, inteso come luogo e custode di memoria, di tradizioni da rimandare e da rivivere attraverso le forme dell’arte contemporanea.
L’esperienza pluriennale de “Le strade del paesaggio” ti ha portato a contatto con molti artisti; ci parleresti di chi sarà presente questo anno? Hai avuto già possibilità di conoscerli di persona?
Molti artisti li conosco di persona, perché sono delle persone con cui collaboro da anni. Come presenza fisica particolarmente interessante quest’anno avremo Birò, un’illustratrice fantastica che durante la serata inaugurale disegnerà dal vivo una tela in omaggio ad Annibale. Poi ci saranno i grandi nomi come Max Frezzato e le opere di artisti come Tokidoki, Massimo Giacon, David Vecchiato.
Il festival è mostra ma anche partecipazione; in che modo cercherete di coinvolgere chi parteciperà questo anno?
Lo stiamo facendo utilizzando ogni mezzo necessario, il web, la carta stampata, i giornali, le televisioni, trasmettendo un messaggio molto semplice e facile da recepire per chi ci segue: “Le Strade del paesaggio” è una grande laboratorio, una vetrina dove gli artisti producono qualcosa di nuovo legato alla cultura della nostra terra, non acquistiamo pacchetti già confezionati ma mettiamo in connessione le eccellenze e gli artisti locali, attraverso i laboratori, per permettere una crescita e uno scambio reale.
Ci racconteresti come vi siete mossi per la ricerca delle opere in mostra? Che risultato pensate di aver ottenuto? Che riscontri hai in termini di partecipazione “emotiva” a questi eventi culturali che organizzi? Se dovessi fare una lista di persone da ringraziare? Domanda dovuta: può suonare offensiva ma, credimi, non lo è… quanto è difficile portare avanti progetti come questo in Calabria? Riferimenti:
Le opere in mostra sono tante, poiché tante sono le mostre. Per quanto riguarda Pazienza c’è stato un vero e proprio “scavo” nell’archivio di Marina Comandini. Oltre ad Astarte che già conoscevamo e che si legava in maniera perfetta al tema del festival, abbiamo deciso di esporre altre opere inedite e mai viste di Pazienza, come Zanardi At The War e gli schizzi di Zanardi Medievale. Anche in questo caso siamo riusciti a tirare fuori qualcosa di “nuovo” e di non già visto. Per le altre mostre, in particolare quella ispirata ai racconti di Paolo Rumiz abbiamo scelto degli artisti che conoscevamo ma tanti sono stati scovati attraverso internet.
Alzare il tiro e poter creare più contaminazioni possibili. Elaborazioni di arte contemporanea che partano dalle suggestioni del fumetto ma che possano raccontarsi attraverso l’utilizzo dei linguaggi più moderni, dagli ologrammi alla musica fino al teatro sperimentale.
Tanta, gli eventi legati al fumetto che organizziamo a Cosenza sono sempre superaffollati. Gli artisti vengono sempre accolti come rockstar, chi è stato nostro ospite può testimoniarlo. È una forma d’arte che viene recepita in maniera assai entusiastica.
Sicuramente Francesco Loreto, l’altro organizzatore del Festival con cui portiamo avanti il progetto sin dall’inizio. Poi la Provincia di Cosenza che promuove l’iniziativa, Yvonne Spadafora, Giovanni Ferrara di Fandango, e tutta una lista infinita di persone che collaborano a vario titolo su questo progetto.
La difficoltà è uguale dappertutto, i tagli del governo alla cultura hanno ridotto in ginocchio tutti. Però, per fortuna ci sono ancora istituzioni che ci credono, La Provincia di Cosenza è una di queste. L’importante è capire cosa significa cultura, per molti è solo spendere migliaia di euro per eventi che si consumano in poche ore e non lasciano nessuna ricchezza.
Noi stiamo provando a lasciare qualche traccia, sperando di aver imboccato la direzione giusta.
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